Roma Silvio Berlusconi, alla vigilia della partenza per Bruxelles per un faccia a faccia con i big del Partito Popolare Europeo e non solo, viene intervistato da Massimo Giletti a «Non è l'Arena» su La7. Un confronto in diretta nel quale il presidente di Forza Italia si sofferma prima su questioni personali e familiari, per poi concentrarsi sulla campagna elettorale. Con una promessa: «Forza Italia prenderà più voti e indicherà il premier, sarà una persona con una grande autorevolezza anche a livello internazionale. Non voglio dire il nome per timore che finisca nel tritacarne mediatico. In ogni caso il garante degli impegni presi da Forza Italia sarò comunque sempre io».
Berlusconi racconta le origini del suo anticomunismo. «Ho capito a 12 anni grazie a un sacerdote scappato dalla Cortina di Ferro quanto male aveva fatto il comunismo. Io sono in campo già dal '48 contro il pericolo comunista. Ora, però, c'è un pericolo ancora più grave: la presa del potere da parte della setta pauperiste e ribellista dei Cinquestelle che distruggerebbe l'Italia».
Berlusconi assicura di non avere «nessuna passione per la politica, anzi la politica e i suoi professionisti mi fanno schifo». Ma nel '94 c'era la necessità di contrastare il pericolo comunista, ora quello dei Cinquestelle, tanto più che «anche in Europa oggi il centrodestra è percepito come l'unico argine alla vittoria dei grillini». Il suo impegno in politica, racconta, continua a suscitare la preoccupazione delle persone a lui più vicine. «I miei figli sono contrari, come lo sono i miei amici e soci, sanno quanti attacchi ho avuto con i miei 77 processi. Marina si espone di più? Marina è una persona specialissima perchè....perchè mi assomiglia? Non ha paura di niente, fa benissimo l'editrice per Mondadori e Rizzoli, si legge un libro per notte, tutti quelli che decidono di stampare. Ho 5 figli uno più bravo dell'altro. Mi sento vicino a Marina perché mi è diventata anche sorella e madre». Come si fa a tenere insieme due famiglie, chiede Giletti. «Si dialoga, si telefona a tutti e cinque i figli e nipoti e si cerca di averli a pranzo ad Arcore la domenica».
Berlusconi, poi, sposta il focus sulla flat tax e sulle accuse lanciate da Renzi sulla presunta volontà del centrodestra di voler tagliare ai poveri per dare ai ricchi. «Non favoriremo i ricchi. Pagheranno tutti, anche gli evasori. Il Tesoro avrà introiti del 30% in più, avremo i soldi per aiutare i poveri con un aiuto di dignità di almeno 1000 euro al mese. Sarà una rivoluzione». Anche perché «io non ho mai fatto promesse, ho sempre assunto impegni. Ricorderà il contratto firmato a Porta a Porta. Di quei 5 punti, ne ho mantenuti 4 e mezzo. I soldi si trovano con questa rivoluzione del fisco. In Italia ci sono 5 aliquote, la più bassa è il 23%. La applicheremo a tutti. E aumenteremo le pene per chi evade riprendendo il modello degli Stati Uniti», ovvero la possibilità del carcere per chi evade. Sulla scarsa considerazione di cui l'Italia gode in Europa Berlusconi spiega il suo antidoto. «In Europa non bisogna alzare la voce, si deve ragionare. Alzando i toni non si ottiene nulla.
Quando la Merkel voleva mettere il presidente Bundesbank alla Bce, parlai con tutti i miei colleghi e quando fece il nome del suo presidente, votarono per lui solo Germania, Francia, Finlandia e tutti gli altri per Draghi». Infine sul caso De Benedetti-Scalfari: «Finalmente Scalfari invecchiando evidentemente è diventato saggio».
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