Berlusconi: "Mi fanno schifo i professionisti della politica"

Riforma fiscale, Europa e migranti: il Cavaliere presenta il suo piano in tv: "M5S setta pericolosa, Pd scatola vuota"

Berlusconi: "Mi fanno schifo i professionisti della politica"

"Non ho nessuna passione per la politica: la politica e i professionisti della politica mi fanno schifo". Parola di Silvio Berlusconi che a Non è l'Arena ha ribadito di essere tornato in campo solo per evitare un governo a Cinque Stelle.

"I miei familiari sono contrari alla mia discesa in campo così come i miei manager, che sanno tutto quello che ho passato. Ma i 5 Stelle sono una setta pericolosa, pauperista, ribellista che distruggerebbe l'Italia e gli italiani", ha sottolineato il Cavaliere, facendo il paragone con il '94, quando c'era "l'assoluta certezza che gli eredi dei comunisti sarebbero andati al potere".

E non fa sconti nemmeno al Partito democratico: "Renzi è accusato da molti di aver portato lui il Pd al 21% per il suo cattivo carattere...", ricorda, "Non lo so, ma Renzi ha un merito grande: ha chiuso con la tradizione comunista del suo partito. Però non è riuscito a dare al Pd un'anima, un progetto e il Pd è diventato solo una scatola vuota". E Gentiloni? "Ho sempre parlato bene di lui: ha un buon tratto, ha simpatia e una certa eleganza espositiva", ammette, "Ma questo il mio giudizio su Gentiloni come uomo. Come premier, invece, il parere è negativo parchè ha continuato in linea con i suoi tre predecessori di sinistra con risultati tutti e tre negativi".

Il leader di Forza Italia - che nei prossimi giorni sarà a Bruxelles per un incontro con Juncker - ricorda che l'aria è cambiata anche in Europa: "In Ue tutti pensano che il centrodestra, dove Forza Italia è il partito trainante, sia l'unico argine alla vittoria del Cinque Stelle". Del resto, sottolinea, "Alzando i toni non si ottiene nulla, bisogna ragionare, parlare con tutti". Non come è accaduto con l'assegnazione dell'agenzia del farmaco: "Non c'era il sindaco, non c'erano il ministro della Salute ed il presidente del Consiglio, in Europa bisogna esserci".

Poi è tornato a spiegare la sua riforma fiscale, basata sulla flat tax: "Pagheranno tutti, anche gli evasori ed elusori, lo Stato introiterà il 30% di più e avremo i soldi per aiutare i 15 milioni di poveri dando a ciascuno di loro un aiuto di dignità cioè di almeno mille euro al mese". Per dimostrare la bontà di quello che ormai è uno dei suoi cavalli di battaglia, Berlusconi mostra il modello per la dichiarazione dei redditi. Al posto dell'attuale documento fatto di diverse pagine "fitte di istruzioni", con la flat tax i redditi potranno essere dichiarati in una sola pagina.

Berlusconi non si sbilancia invece sui nomi: "Io non posso né essere né ministro degli Esteri né presidente del Consiglio, perché sono incandidabile", afferma, "Siccome si è deciso che il nome del premier lo dà la forza politica che prende più voti e tutti i sondaggi dicono sia in vantaggio Forza Italia, toccherà a noi ma non posso dirlo adesso. È una persona assolutamente autorevole, anche a livello internazionale. Se dicessi le caratteristiche della persona, sarebbe messa in un tritacarne. Il garante degli impegni che Forza Italia prende sarò sempre io".

Nell'intervista non mancano i riferimenti alla famiglia e in particolare alla sua primogenita, Marina Berlusconi: "È una persona specialissima", dice l'ex premier, che scherza: "Perché mi assomiglia". "Ho cinque figli uno più bravo dell'altro", aggiunge, "Sono piu vicino a Marina ma sono stato molto fortunato. Marina mi è diventata anche sorella e madre".

E il Milan: "Non lo guardo più", ammette con un po' di rammarico Berlusconi, "Perché il modulo di gioco è contrario a tutti i miei principi con cui sono diventato il presidente più premiato della

storia. Non hanno ascoltato i miei consigli". Parlando della vendita, spiega: "L'acquirente cinese si è comportato sempre mantenendo la parola. A noi era sembrata la persona giusta per riportare il Milan al livello mondiale".

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