Dopo i primi due giorni trascorsi a Sochi, Silvio Berlusconi si sposta in Crimea per continuare a sviluppare la tela della sua diplomazia personale con Vladimir Putin. Insieme al presidente russo, visita il memoriale dedicato ai militari del regno di Sardegna caduti nella guerra fra il 1853 e il 1856 nella regione, salendo sul monte Gasfort, nei pressi di Sebastopoli. Entrambi i leader, vestiti in modo informale, depongono un mazzo di rose rosse nel cimitero, inaugurato nel settembre 2004. Parlando con i cronisti russi Putin ipotizza con Berlusconi la possibilità di collocare i nomi dei caduti italiani in un futuro parco intorno al cimitero. I due leader si spostano a bordo di un grande elicottero bianco e approdano poi a Massandra, vicino a Yalta, dove pranzano, con una degustazione di vini locali. C'è spazio anche per un bagno di folla, con Putin che prende in braccio una bimba, e il presidente di Forza Italia che incassa applausi dai presenti.
Il viaggio viene considerato da Berlusconi come utile e necessario per il consolidamento di un rapporto speciale, un passaggio utile a continuare a tenere vivo quel filo del dialogo della Russia con l'Occidente che le sanzioni europee stanno logorando. Per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, interpellato nei giorni scorsi, il colloquio si sarebbe concentrato su questioni bilaterali ma anche internazionali, oltre che sui problemi regionali più urgenti. «Contatti di qualsiasi tipo fra esponenti politici e di governo di rango pari a quello di Berlusconi sono questione diplomatica, indipendentemente dal fatto che i politici in questione siano in carica o no», ha aggiunto Peskov, sottolineando che il presidente russo assegna a tali occasioni grande significato.
L'obiettivo è quello di dare seguito ai colloqui avvenuti a fine giugno nella repubblica siberiana dell'Altai. In quell'occasione Berlusconi spiegò che la tessitura di quella tela diplomatica risultava quantomai necessaria per consolidare «la pace e contribuire al miglioramento delle relazioni tra l'Europa, gli Stati Uniti e la Federazione Russa». Nel frattempo gli scenari di crisi si sono moltiplicati e il ruolo della Federazione Russa nel teatro di guerra siriana sta salendo di livello. Il confronto tra Berlusconi e Putin si concentra dunque sui nodi del terrorismo islamico, dell'ondata migratoria e delle crisi internazionali e regionali. La posizione di Berlusconi sulla questione Isis è nota: «Serve una coalizione internazionale allargata a tutti i Paesi della Nato, agli Stati Uniti e alla Russia per fronteggiare il Califfato. Il tutto sotto l'egida dell'Onu». Una comune azione diplomatica che necessita di uno sforzo e di un salto di qualità a tutti i livelli, mettendo da parte le scorie sedimentate nei rapporti tra le grandi superpotenze, logorati da miopie e incomprensioni. Ma, in serata, è il presidente degli Stati Uniti a fissare nuovi paletti: «L'accresciuto sostegno militare della Russia al regime siriano è un grande errore ed è destinato al fallimento», ha spiegato durante il discorso in occasione del 14esimo anniversario dell'11 settembre.
Obama ha sottolineato come la maggiore presenza di Mosca dimostri che Bashar al-Assad è preoccupato e chiede aiuto ai consiglieri militari russi: «La strategia russa di soccorrere Assad, ritengo che sia un grande errore. Dovrebbero essere un po' più furbi: diremo a Mosca che il suo sostegno è destinato al fallimento».
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