Spallata? No. Semplicemente, per Silvio Berlusconi, «una vittoria in Calabria e in Emilia Romagna dovrebbe portare alle dimissioni del governo, dimissioni necessarie perché altrimenti non saremmo neppure più una democrazia».
È nel comizio sul mare di Tropea che il leader di Forza Italia lancia il suo avvertimento per le regionali del 26 gennaio. «Domenica prossima - dice alla gente che lo applaude - avete nelle mani il vostro futuro e quello dei vostri figli. Ma anche il futuro del Paese. Il centrosinistra sarebbe una minoranza che pretende di governare una maggioranza. Devo dare atto a D'Alema: nel 2001, quando vincemmo diverse regionali, il giorno dopo diede le sue dimissioni. Succederà anche questa volta».
È la prima tappa della missione in Calabria dell'ex premier, convinto di avere il successo in tasca. E qui ha il volto storico di Fi di Jole Santelli, candidata governatrice del centrodestra. Parla dei 26 anni insieme («Eppure non s'è mai concessa», scherza, provocando il solito putiferio di sinistra con accuse di sessismo ndr.) , del suo impegno da parlamentare e nei suoi governi, da sottosegretaria alla Giustizia. «Ha capacità straordinaria di risolvere problemi - dice- e di individuare le persone più capaci per risolverli. Da imprenditore e uomo di governo sarò a sua disposizione, se lo vorrà, nella squadra che esaminerà i problemi e li risolverà».
Il giorno prima il Cavaliere è stato a Bologna al fianco della leghista che punta al vertice della regione, Lucia Borgonzoni, domani sarà a Ravenna per chiudere la campagna elettorale dell'Emilia Romagna insieme a Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Ma ora è a casa, nella Calabria dove la «sua» Santelli è favoritissima e Fi punta ad essere il primo partito. Da qui, insiste, partirà la rinascita del sud, perché ormai quasi tutto è governato dal centrodestra e la prossima regione conquistata, è sicuro, sarà la Campania. «Io, uomo del Nord, sono convinto che senza il Mezzogiorno l'Italia non potrà andare lontano», dice Berlusconi. «La Calabria è stata abbandonata», l'amara verità.
Dopo un incontro con gli imprenditori a Tropea, la seconda meta è Vibo Valentia. Attacca i 5Stelle, «finalmente in crisi irreversibile, perché sono stati formati da gente senza arte né parte, non hanno un programma, solo proposte per colpire chi ha, con la loro decrescita felice, imponendo tasse sulle case o di successione altissime, come quelle della Francia socialista». E racconta: «Poco fa, a tavola, uno di voi mi ha detto: Se succede, mi suicido buttandomi con un'auto contro un muro».
Il Cav parla della task force Calabria promozione, «che avrà esperti di tutt'Italia e, per il digitale, anche dall'Europa» ed entra nei dettagli del programma della Santelli. Che ha al primo posto l'impegno per le infrastrutture, «per cui la sinistra in tanti anni non ha fatto nulla, tanto che ci sono treni vecchi di 30 anni». Come secondo punto la sanità, oggi commissariata («Ma se ne occupa un ottimo generale ma che non sa nulla di sanità»). E poi l'economia, che vede la Calabria in fondo alla lista delle regioni italiane, con disoccupazione, spopolamento, fuga dei giovani.
Propone fiscalità agevolata per le aziende che assumono e per quelle che si trasferiscono qui niente tasse per 5 anni. Non dimentica la lotta alla 'ndrangheta, ricordando i risultati dei suoi governi, «mentre poi tutto si è interrotto».
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