L'ultima del Partito Democratico? Proporre l'aumento degli stipendi dei parlamentari italiani. Già, proprio così. La stramba idea – non certo utile in termini di consenso elettorale - è venuta a Luigi Zanda, neo tesoriere del Pd per volere proprio del nuovo segretario Nicola Zingaretti.
E il senatore dem, allora, ha presentato proprio a Palazzo Madama una proposta di legge per equiparare i compensi dei nostri parlamentari ai colleghi dell'Europarlamento. In questo modo, parlando in soldoni, deputati e senatori arriverebbero a guadagnare tra i 16mila e i 19mila euro al mese. Attualmente, invece, le loro buste paga si "fermano" a 14mila euro.
Ma non è finita qui, perché nella proposta avanzata dal 76enne esponente Pd, viene prevista anche "un'indennità transitoria a carattere temporaneo, il cui diritto matura allo scadere del mandato; una pensione di sostegno in caso di invalidità insorta nel corso del mandato; un trattamento differito per garantire agli ex parlamentari una meritata serenità al compimento del 63esimo anno d’età", come riporta Il Fatto Quotidiano.
E poi, ancora, viene buttata lì l'idea di reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti attraverso un patrimonio di 90 milioni di euro da suddividere tra i vari partiti durante i cinque anni di legislatura (circa 4 milioni l’anno per partito). Insomma, il nuovo corso del Partito Democratico non (ri)parte proprio in quarta.
Scontro Di Maio-Zanda
"Al Senato andiamo verso il taglio degli stipendi dei parlamentari. Qualcun altro, ha depositato una proposta di legge per aumentare ulteriormente, invece, proprio gli stipendi dei parlamentari. E sul salario minimo tacciono. Bella la sinistra falce e cashmere, ne sentivamo quasi la mancanza", ha scritto su Facebook Luigi Di Maio. E Zanda ha replicato secco al leader del Movimento 5 Stelle, come registrato dall'Adnkronos: "Prima di fare della propaganda elettorale, consiglio a Luigi di Maio di studiare attentamente il mio disegno di legge. E gli consiglio anche di smetterla con questo quotidiano attacco al Parlamento e alla democrazia rappresentativa, perché l'Italia non accetterà mai una democrazia direttà alle dipendenze della Casaleggio e associati. Il Movimento 5 stelle è libero di prendere ordini da un'azienda privata. Il Parlamento italiano, e soprattutto gli italiani, della Casaleggio e associati non ne vogliono sapere".
Il gelo del Pd
In seguito una nota dell'ufficio stampa del Partito Democratico ha preso le distanze dalla pdl firmata da Zanda, spiegando che si tratterebbe solamente di
un'iniziativa personale: "Non esiste alcuna proposta del Pd sul tema delle indennità dei parlamentari, quanto iniziative di singoli parlamentari, anche autorevoli, nello svolgimento della loro attività istituzionale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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