L'ultima supercazzola grillina si è infranta sul muro della sicurezza. Il presidente della Camera Roberto Fico dovrà dire addio alle passeggiate e rassegnarsi a utilizzare l'auto della scorta. Dopo i vari spostamenti in autobus e a piedi - ma anche a bordo di una volante come il 10 aprile al Pincio per la cerimonia del 166esimo anniversario della Polizia -il grillino oggi è arrivato all'Altare della Patria a bordo di una berlina grigia. Una sorta di "liberazione" dal moralismo che animava il Movimento 5 Stelle e che prendeva di mira i cordoni di sicurezza dei politici invisi.
"Ogni spostamento del presidente - spiegano all'Adnkronos dallo staff - è concordato con le forze dell'ordine. Per comprensibili ragioni di sicurezza, da qualche settimana il presidente è tenuto a usare l'auto della scorta per alcuni spostamenti. Non si tratta di auto blu", puntualizzano. Insomma, sono finiti i tempi "della nostra scorta è la gente" e si è passati a quelli "della nostra scorta è l'agente".
Nel 2013 Grillo rivendicava: "La mia scorta sono i cittadini''. E attaccava gli agenti usati dall'allora premier Mario Monti. Adesso la solfa cambia. Dopo la foto del "battesimo" in autobus, Fico ha scatenato la polemica quando si è recato al Quirinale per ricevere il mandato affidatogli da Mattarella per un'intesa tra pentastellati e piddini. Scelta che ha creato non pochi disagi alla città di Roma e al traffico. Motivo? Era attorniato da una ventina di carabinieri e quasi una decina di uomini della scorta pronti ad allontanare curiosi e giornalisti. Alla faccia della sobrietà.
Anche Luigi Di Maio all'inizio credeva nel potere della gente per essere protetto da eventuali malintenzionati.
Su Facebook campeggiavano video di propaganda del M5s dall'inequivocabile titolo: "Luigi che cammina senza scorta e tra gli applausi della gente". Poi, qualche giorno fa, al Vinitaly le immagini di Di Maio protetto da almeno una decina di carabinieri hanno fatto crollare il mantra francescano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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