Milano - Il fatto certo: nelle ultime settimane sono arrivate decine di denunce che riguardano adolescenti, molti per casi di autolesionismo, alcuni per suicidio. Un boom difficile da ignorare. Il sospetto, su cui però i pm sono molto cauti: il collegamento degli episodi al cosiddetto «gioco» della Blue Whale, che attraverso internet spinge i ragazzi a farsi del male o addirittura a uccidersi. Dopo gli allarmi dei giorni scorsi, la Procura di Milano fa la prima mossa concreta sul fronte penale. I pm del pool fasce deboli, guidati da Cristiana Roveda, hanno aperto oltre una decina di fascicoli d'indagine in seguito alle denunce di scuole e famiglie.
Alcuni dei fascicoli riguardano più di un minorenne, con fatti collegati fra loro. E ci sono appunto casi di suicidio o tentato suicidio, oltre che di tagli autoinflitti sulle braccia. Le inchieste sono aperte per l'ipotesi di istigazione al suicidio e sono a carico di ignoti. Non ci sono cioè indagati. Le indagini sono coordinate dal pm Cristian Barilli, che ha competenze informatiche ed esperienza con i soggetti deboli. Al momento però, sottolineano in ambienti giudiziari, non ci sono riscontri sul fatto che gli episodi sotto la lente possano essere conseguenza della pratica della Blue Whale Challenge. Vale a dire che quelli dei ragazzini che si sono fatti del male siano stati «comportamenti eterodiretti». Le inchieste di questo tipo sono comunque destinate ad aumentare, visto il notevole incremento delle denunce. Quelle aperte nei giorni scorsi hanno proprio l'obiettivo di approfondire i casi, rispondendo alle richieste di genitori e insegnanti. Gli adolescenti coinvolti, di età compresa tra i 12 e i 17 anni, sarebbero decine e decine. Molti di loro manifestano forme diverse di disagio. Le segnalazioni parlano esplicitamente di Blue Whale e sono appunto i genitori a chiedere che gli episodi vengano analizzati sotto questa nuova luce, dopo che dell'inquietante gioco si è cominciato a parlare sui giornali e in tv. In particolare il programma Le Iene si è occupato del fenomeno diffuso in Russia.
Le denunce stanno arrivando da diversi commissariati di polizia e stazioni dei carabinieri. Per raccoglierle le forze dell'ordine hanno istituito squadre specializzate, a livello regionale. Ieri il questore di Milano, Marcello Cardona, ha rinnovato l'appello: «Chiunque segnali situazioni di questo tipo. Da una segnalazione banale o anche da una lettera anonima si può salvare una vita». Nei prossimi giorni gli inquirenti saranno al lavoro per verificare ogni caso. Le indagini si annunciano complesse, anche perché si tratterà di ascoltare ragazzini con problemi in «audizioni protette». Si pensa inoltre a un coordinamento tra le forze investigative e tra Procura e Procura minorile.
Al momento nessun episodio è risultato in concreto collegato a figure di «curatori», cioè coloro che online spingono le vittime all'autolesionismo, oppure a «emulatori» che abbiano sentito parlare della Blue Whale sui media. Piuttosto la prima preoccupazione degli inquirenti è che ora si generi una rischiosa catena di imitazione auto alimentata.
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