Roma - Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha lanciato l'ennesimo allarme sulla tenuta del sistema previdenziale nel caso fossero approvate le riforme previste dal contratto di governo. L'economista, come accaduto già a Bankitalia e all'Ufficio parlamentare di Bilancio, è stato apostrofato in malo modo dal vicepremier Matteo Salvini e dai Cinque stelle.
Introdurre nel sistema previdenziale la quota 100 con un minimo di 62 anni di età e 38 di contributi insieme allo stop all'indicizzazione alla speranza di vita per i requisiti contributivi nella pensione anticipata porta a un «incremento del debito pensionistico destinato a gravare sulle generazioni future nell'ordine di 100 miliardi», ha ribadito Boeri in una audizione alla commissione Lavoro della Camera. Si tratta, infatti di valutazioni che il presidente dell'istituto di previdenza aveva reso note già l'estate scorsa, ma ieri ha anche precisato che il risparmio riveniente dal taglio delle pensioni d'oro sarebbe esiguo e insufficiente a coprire la maggiore spesa. «Sarebbe inferiore a 150 milioni e riguarderebbe una platea di circa 30mila persone», ha evidenziato. Boeri ha inoltre puntualizzato che il superamento della riforma Fornero «è a totale vantaggio degli uomini con un reddito medio alto e impiegati nel settore pubblico», mentre «le donne sarebbero invece penalizzate fortemente, beffate anche dal fatto che le si è spinte ad accettare la formula di opzione donna con un taglio molto consistente della pensione mentre gli uomini riceveranno un assegno pieno». Il ripristino di quota 100, infatti, calcola ancora l'Inps, premia quasi in 9 casi su 100 gli uomini, e in un caso su 3 si tratta di persone che hanno un trattamento pensionistico superiore a quello medio degli italiani e un reddito potenzialmente ancora più alto. «Si tratta nel 40% dei casi di dipendenti pubblici che in 1 caso su 5 hanno trattamenti superiori ai 35mila euro all'anno», ha concluso.
«Da italiano invito il dottor Boeri, che anche oggi difende la sua amata legge Fornero, a dimettersi dalla presidenza dell'Inps e a presentarsi alle prossime elezioni chiedendo il voto per mandare la gente in pensione a 80 anni», ha replicato Matteo Salvini ripetendo che «più alcuni professoroni mi chiedono di non toccare la legge Fornero più mi convinco che il diritto alla pensione per centinaia di migliaia di italiani (che significa diritto al lavoro per centinaia di migliaia di giovani) sia uno dei meriti più grandi di questo governo». Stessi toni anche dai componenti pentastellati delle commissioni Lavoro e Bilancio della Camera. «Boeri ha difeso strenuamente i privilegi dei sindacalisti, non contento, si è spinto a difendere per l'ennesima volta la legge Fornero sulle pensioni, mettendo di fatto in discussione il voto popolare», hanno commentato aggiungendo che «Boeri deve rassegnarsi: l'indirizzo politico del governo lo decidono i cittadini, non un organismo tecnico».
Forza Italia «non ha una gran simpatia per Boeri, ma non facciamo le nostre considerazioni in base a questo», ha chiosato il vicepresidente della Camera, Mara Carfagna sottolineando che «questo non è il governo del cambiamento ma del mobbing».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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