Laura Boldrini sale in cattedra e ne ha per tutti. Accusa la politica di non essersi schierata dalla parte dei più deboli (gli immigrati, ovviamente), rinfaccia alla destra di considerare tutti i rom alla stessa stregua (e cioè a dei ladri) e non spende una parola per le sofferenze dei cittadini di Tor Sapienza o per Matteo Salvini aggredito dai centri sociali. Il solito copione, insomma. Difficile aspettarsi qualcosa di diverso.
"Certi conflitti tanto più si verificano quanto più i territori sono fragili e non consentono alle persone di vivere in condizioni dignitose". In una lunga intervista alla Stampa, la presidente della Camera si scaglia contro "la totale assenza della politica" in "questo disastro di Tor Sapienza". "Non è la prima volta - si lamenta - è capitato anche in passato". La Boldrini ha lavorato per quindici anni con i rifugiati e sa bene come funziona. Peccato che veda solo quello che vuole vedere lei. Niente di più. "Quando ero all’Alto Commissariato - racconta - venivamo coinvolti dalle amministrazioni locali perché era necessario il nostro ruolo terzo per arrivare a una mediazione più semplice". Anche a Tor Sapienza, a suo dire, è venuta a mancare l'intermediazione. Non le riesce di ammettere che i residenti (italiani) ne hanno le scatole piene della criminalità e degli ospiti (extracomunitari) del centro di prima accoglienza. La criminalità è, infatti, aumentata quando il centro si è via via riempito. Ma questo, lady Boldrini non lo ammetterà mai. Non solo. Secondo lei, "avere trasferito 45 ragazzi da Tor Sapienza non ha fatto vincere nessuno".
"I territori fragili - continua il presidente della Camera - non possono essere portati all’esasperazione". Per questo, secondo la Boldrini, "i ragazzi spostati da Tor Sapienza non hanno avuto alcun ruolo nell’episodio di tentata violenza che ha scatenato la rivolta. Li hanno fatti diventare i capri espiatori di una situazione difficile". Ora spera che il sindaco di Roma Ignazio Marino faccia seguito alle promesse di riqualificazione del quartiere. Per fortuna sa che la sicurezza dovrebbe essere garantita a tutti. Ai profughi, però, in modo particolare. Come dire: li ha più a cuore."Non possiamo dare solo messaggi che creano insicurezza - insiste nell'intervista alla Stampa - quando accogliamo una persona non possiamo limitarci a dargli un tetto. Dobbiamo costruire la sua autonomia".
Nell'intervista la Boldrini non manca di tirare le orecchie pure a Salvini che, nei giorni scorsi, è stato aggredito dai no global che non lo volevano far entrare nel campo nomadi di via Erbosa, a Bologna. Sul blitz antagonista il presidente della Camera non spende una parola. Preferisce concentrarsi sui rom. "Mi limito a constatare che dei 140mila rom presenti da noi, la metà sono italiani - dice - ma se anche fossero rumeni cosa si dovrebbe fare? Chiudere le frontiere?". Poi fa un passo in più: "Conoscete il caso dell'Andalusia? Centinaia di migliaia di gitani. Che rappresentano la musica, la danza e gli antichi mestieri andalusi. Loro li hanno valorizzati".
E quando Andrea Malaguti della Stampa le fa notare che molti italiani lamentano che la maggioranza dei rom ruba, si limita a rispondere: "È come dire che tutti gli italiani sono mafiosi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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