Ora Laura Boldrini vuole cambiare pure l'Europa. Da giorni la presidente della Camera chiede all'Unione europea di fare "un salto", approfittando dell'emergenza migranti per far cedere più sovranità agli Stati membri.
"Bisogna arrivare a un’Europa 2.0 che si chiama Stati Uniti d’Europa. A Bruxelles stanno cambiando tante cose, si è capito che solo se gli Stati condividono la sovranità possiamo affrontare le crisi. L’Europa negli ultimi anni non ha dato risposte adeguate ai problemi della gente, dobbiamo far sì che l’Europa sia la risposta ai problemi e non la causa come viene percepita oggi». E la strada da percorrere «deve essere una federazione di Stati".
E bacchetta ancora il Belpaese: "L’Italia ha quaranta commissioni che decidono sullo status del rifugiato, quindi l’Italia è un paese che dal punto di vista della procedura d’asilo è molto strutturato. Si deve sviluppare di più sull’accoglienza, che è quello che ci rimproverano i nostri partner europei", ha detto la presidente della Camera, "Nei paesi dove si chiede asilo ci sono delle commissioni che fanno delle audizioni e decidono, sulla base delle audizioni, se quella persona che chiede asilo ha diritto di ottenerlo oppure no. In Italia ci vuole del tempo, ma c’è anche un grande sforzo".
Alla Boldrini dà ragione Romano Prodi, uno dei "padri" dell'Ue: "Se non vogliamo fare la fine degli stati rinascimentali italiani, spazzati via dalla prima globalizzazione che fu la scoperta dell’America, dobbiamo avere una maggiore integrazione", ha detto il Professore a Tirana, "Gli stati europei sono troppo piccoli.
E le reti globali delle nuove tecnologie, da Apple ad Amazon, da Google a Ali Baba, sono tutte americane o cinesi. Non ce n’è una europea. Non siamo in grado di crearle, così come l’Italia divisa non riusciva a costruire le grandi caravelle necessarie a solcare gli oceani".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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