Bonaccini si vergogna del Pd: eliminato il simbolo dei dem dai poster

Il governatore toglie il logo anche dai suoi profili social. E frena sullo ius culturae: "È giusto ma non rappresenta una priorità"

Bonaccini si vergogna del Pd: eliminato il simbolo dei dem dai poster

Negli ultimi giorni Stefano Bonaccini sembra un avversario del Partito democratico. Pare voglia disconoscere i dem, il cui logo è praticamente scomparso dai profili social del governatore dell'Emilia-Romagna: tra centinaia di foto postate su Facebook, Instagram e Twitter ne compare solo una con il simbolo del Pd. E, come fa notare l'edizione odierna di Libero, sembrerebbe che non sia stata scattata nemmeno da un membro del suo staff. Da considerare che è datata 20 ottobre 2019 in occasione della Festa dell'Unità di Bagnolo, nel Reggiano: praticamente impossibile non essere immortalati tra le bandiere del partito di via Sant'Andrea delle Fratte.

Bibbiano, plastic tax e ius culturae

Ma a sorprendere è anche la presa di posizione in alcune questioni chiave. A partire dal caso Bibbiano, che Giuliano Limonte aveva definito un semplice raffreddore: "Se qualcuno ha sbagliato, e solo la magistratura può accertarlo, deve pagare senza sconti: non può avere una seconda possibilità chi commette reati contro un bambino e la sua famiglia". Il candidato ha però comunque precisato: "Sotto inchiesta ci sono persone che hanno un nome e un cognome e fatti, gravissimi se confermati, molto circostanziati, non la Regione. Che, anzi, si costituirà parte civile per la tutela di tutti i minori". E ha colto l'occasione per ribadire: "Nessuno deve essere allontanato ingiustamente, ma nemmeno uno lasciato in una famiglia che non se ne prende cura o, peggio, lo maltratta, come purtroppo vediamo quotidianamente dai fatti di cronaca".

Bonaccini già in passato si era opposto alla plastic tax temendo gravi effetti controproducenti in termini elettorali per la propria regione, che rappresenta il principale distretto dell'imballaggio in Italia: "La tassa sulla plastica, se non si mettono alcuni correttivi e incentivi, la paghiamo qui, non altrove". Ma anche sul tema auto aziendali era stato molto preciso: "La questione auto aziendali, gestita come peggio si potesse, qui dove cresciamo più di tutti e con la disoccupazione al 5%, rischia di farci pagare un prezzo alto. Sono bombardato dai nostri elettori, non dagli altri".

Infine il governatore della Regione Emilia-Romagna ha toccato la questione dello ius soli rilanciata da Nicola Zingaretti: "Le due priorità in questo momento sono un grande piano di prevenzione contro il dissesto idrogeologico e cambiare la plastic tax. Secondo me servivano toni per mettere al centro altre questioni oltre allo ius soli".

Anche sullo ius culturae, nel corso del confronto con Lucia Borgonzoni a Cartabianca su Rai3, è stato diretto: "Un bambino che nasce e studia in italia deve essere italiano come gli altri. Ma il messaggio comunicativo non deve diventare che quella è una priorità del Paese".

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