Il brigatista assassino insulta dal rifugio in Svizzera: "Salvini non mi fa paura"

Alvaro Lojacono deve scontrare la pena dell'ergastolo inflitta con tre sentenze definitive. Il ministro ha replicato: "Essere insultato da un assassino è una medaglia"

Il brigatista assassino insulta dal rifugio in Svizzera: "Salvini non mi fa paura"

L'ex brigatista Alvaro Lojacono, tuttora ricercato e rifugiato in Svizzera, attacca il ministro dell'Intero: "Salvini? Lo trovo politicamente allucinante. Paura non me ne fa, non temo possa venire qua".

Il terrorista, coinvolto nella strage di via Fani del 1978, nell'omicidio del giudice Girolamo Tartaglione e nell'assassinio dello studente greco del Msi, Mikis Mantakas, ha fatto queste dichiarazioni a Le Iene. L'intervista esclusiva andrà in onda domani alle 21,10. In Italia deve scontare un ergastolo. Per sfuggire alla condanna, è stato prima in Algeria, poi in Brasile e infine in Svizzera, dove vive e lavora all'università.

Con questo curriculum criminale, Lojacono commenta anche le politiche del governo italiano sui migranti: "Quando poi qui arrivano notizie 'bloccano le navi', mi viene da dire siete fuori di zucca o cosa?". Ma non teme che Salvini possa fare qualcosa per lui: "Di grandi dichiarazioni di impegni e di arresti di esuli ce n'è a pacchi". Nell'intervista ha affermato però di essere a conoscenza di essere il secondo latitante della lista del governo italiano dopo Alessio Casimirri, il brigatista fuggito in Nicaragua.

La risposta di Matteo Salvini non si

è fatta attendere: "Essere insultato da un assassino terrorista in vacanza in Svizzera per me è una medaglia: rida finché è in tempo, faremo tutto il possibile perché finisca finalmente in galera in Italia".

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