Bufera sul "dottor" Salvini: "Troppi vaccini, è dannoso"

Il ministro spacca il governo. Di Maio frena e la collega M5s della Salute rincara: «Immunità fondamentale»

Bufera sul "dottor" Salvini: "Troppi vaccini, è dannoso"

A tutto campo. Anche se fuori dal proprio campo. Matteo Salvini una volta di più si prende la scena della giornata politica, entrando a gamba tesa su un tema delicatissimo come quello dei vaccini: «Dieci obbligatori - spiega - sono inutili e in parecchi casi dannosi e pericolosi».

La presa di posizione del ministro dell'Interno è da vicepremier, se non da premier. Perché l'argomento non è certo di competenza del Viminale. Ma il leader del Carroccio, pur scegliendo una posizione ibrida, assicura di non essere un «no vax». «Sui vaccini - spiega parlando in mattinata all'emittente di Scandicci Radio Studio 54 - garantisco l'impegno già preso in campagna elettorale di permettere a tutti i bimbi di entrare in classe. Ma siamo in due al Governo, c'è un'alleanza con il M5S e sto ragionando con il ministro della Salute Grillo». Segue, però, quell'affermazione destinata a scatenare le polemiche: «Ritengo che 10 vaccini obbligatori siano inutili e in parecchi casi dannosi e pericolosi».

La mossa è prima di tutto politica. Il tema prioritario è il diritto dei bambini a non finire esclusi da scuola nel caso in cui non siano in regola con i vaccini, e sul punto Salvini si allinea con i governatori leghisti della Lombardia e del Veneto. Soprattutto quest'ultimo, Luca Zaia, non aveva certo nascosto la sua contrarietà all'obbligo previsto dall'ex ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, arrivando nell'autunno scorso a presentare ricorso alla Consulta contro la decisione di imporre i dieci vaccini, pena l'esclusione dalle aule scolastiche. E infatti Salvini ribadisce: «Tutti i bimbi entrino in classe». Ma la presa di posizione sull'«inutilità» e addirittura sulla «pericolosità» di alcuni vaccini è di quelle che non possono che deflagrare in polemica. Che infatti non tarda a scatenarsi. Tra i primi a parlare è il virologo Roberto Burioni, con un tweet durissimo contro il titolare del Viminale, autore a suo dire di una «bugia pericolosissima»: «Se la dice chi ha la responsabilità della sicurezza del mio Paese è cosa molto preoccupante». Un tweet, quello dell'accademico, che segue di un solo giorno il messaggio cinguettato giovedì per stigmatizzare la visita - proprio al Viminale, ma dal sottosegretario Luigi Gaetti - di una delegazione di genitori «free vax, capitanati da un ex medico radiato dall'ordine». Critico anche l'immulogo Fernando Aiuti, che ricorda come Salvini «si addentra su un tema pericoloso di cui non ha nessuna esperienza e competenza». E al quadro rovente si aggiunge il ringraziamento «per il loro coraggio» ai due ricercatori no vax Antonietta Gatti e Stefano Montanari, che sostengono la presenza di nanoparticelle tossiche nei vaccini, col quale Salvini, aveva concluso il suo intervento in radio.

Sembrano esserci insomma tutti gli ingredienti per un posizionamento dell'esecutivo in un quadrante no vax quasi estremista. Ma anche stavolta a placcare la fuga in avanti di Salvini provvede un ministro pentastellato. La titolare del ministero della Salute, Giulia Grillo, che rivendica le proprie prerogative e competenze sull'argomento, pur concedendo a Salvini la dignità «politica» della presa di posizione. «Prenderemo le decisioni opportune in accordo con gli alleati - spiega - ma chiaramente è un tema che deve essere discusso anzitutto dal ministero della Salute». Quanto all'intervento del vicepremier, la Grillo plaude con «piacere» all'interesse «per un tema così importante» del ministro dell'Interno. Ma poi sgombera il campo dagli equivoci e avverte: «Le valutazioni di tipo scientifico non competono alla politica. La politica non fa scienza, la scienza la fanno gli scienziati. La politica decide quale strumento vuole utilizzare, se vuole utilizzare l'obbligatorietà e in quale misura».

Insomma, va bene rimettere mano al decreto Lorenzin, come ha confermato da Avellino lo stesso Luigi Di Maio («Il contratto parla chiaro, vogliamo rivederlo ma nel senso di poter assicurare una tutela vaccinale delle persone e soprattutto ai bambini»), ma senza demonizzare i vaccini. Sui quali, aggiunge il vicepremier in quota pentastellata, «ognuno ha la sua opinione, e voi conoscete la nostra».

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