Alla fine - a ormai davvero pochi giorni dal referendum costituzionale - è arrivata la mancetta di Renzi agli statali.
Il governo e Cgil, Cisl e Uil hanno infatti raggiunto l’accordo quadro sul rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. Contratto bloccato da ormai sette anni e che sarà ora ritoccato con un aumento "non inferiore a 85 euro mensili medi". Il governo si è inoltre impegnato nell’arco dei tre anni fino al 2018 per il rinnovo dei contratti a mettere in campo 5 miliardi di euro in totale.
"Restiamo basiti per l’entusiasmo mostrato dalle altre organizzazioni sindacali per l’offerta di 85 euro di aumento lordi dopo oltre sette anni di blocco dei contratti del Pubblico Impiego", ha però attaccato il segretario confederale dell’Ugl, Augusto Ghinelli, "Chi deciderà di accettare questo contentino non farà altro che condividere e avvalorare la tesi che i dipendenti pubblici sono solo assenteisti, lavativi e furbetti del cartellino. Una volta sottratte tasse e vacanza contrattuale nelle tasche di lavoratrici e lavoratori arriverebbe un’elemosina.
Inoltre, ancora non è chiaro se con il rinnovo contrattuale verrà meno il bonus degli 80 euro: se così fosse, il governo potrebbe addirittura vantarsi di aver ottenuto un risparmio economico sulla spesa pubblica. Non ci sono i presupposti per essere entusiasti con queste premesse il rinnovo contrattuale che sembra in dirittura di arrivo è un accordo contro la categoria dei dipendenti pubblici"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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