C'è pure il campo di calcio "spontaneo"

Tra abusivismo e generosità: c'è un impianto usato per giocare a pallone

C'è pure il campo di calcio "spontaneo"

Mariglianella - I ragazzini disegnano slalom sull'erba. Il mister li incita a tenere il pallone incollato al piede. È pomeriggio di allenamenti nel campo del centro sportivo, anzi nell'attiguo campetto spuntato come un fungo fra le erbacce. A voler essere pignoli, chirurgici in un paese slabbrato ed elastico come una fisarmonica, in quel fazzoletto di terra non si potrebbe giocare a pallone, o almeno questo si ricava dalla lettura del rattoppatissimo piano regolatore che il sindaco Felice Di Maiolo mostra ai giornalisti. «In quest'area - spiega - non dovrebbero esserci impianti sportivi. In ogni caso stanno per partire gli accertamenti e chiariremo i dubbi».

Franco Cucca, l'allenatore, la vede in un altro modo: «Questo non è un impianto sportivo, anzi non è nemmeno un campo da calcio». Anche se misura a spanne una trentina di metri e le zolle sono abbastanza curate. «Le porte - riprende il mister - possono essere smontate in un attimo. Anzi, devo ringraziare la signora Giovanna che ci permette di utilizzare gratuitamente, senza canone, questa striscia». La signora Giovanna, per la cronaca, è la zia del vicepremier, insomma la sorella del padre Antonio. Si apre dunque un nuovo capitolo nella saga sconcertante dei terreni di famiglia di Mariglianella su cui il Giornale ha posato la lente di ingrandimento. In quelle particelle di terra qualcosa non quadra: i dati catastali non combaciano con le foto satellitari e con una semplice occhiata oltre il cancello. Nel complesso si notano alcuni manufatti, casotti e piccoli edifici, che potrebbero essere irregolari. Ora, in un pozzo senza fondo, spunta pure il rettangolo verde da football. In bilico fra abusivismo e generosità. Una via di mezzo tutta italiana che non si sa come classificare.

«Il campo comunale, gestito da privati, è insufficiente - riprende Cucca - i palloni finivano spesso al di là delle rete, nella proprietà dei Di Maio. Cosi quattro o cinque anni fa ci siamo rivolti alla signora Giovanna e lei è stata gentilissima: ci ha concesso quel terreno. Noi l'abbiamo pulito e sistemato, poi abbiamo messo le porte. Ma non è un vero campo, è un appoggio per l'allenamento dei pulcini che utilizzano i servizi e gli spogliatoi del campo principale, come pure i riflettori. Poi che le devo dire, se dovremo andarcene ce ne andremo».

Proprio oggi i Di Maio sono attesi in Comune per chiarire la situazione ancora nebulosa. E per capire se ci siano stati abusi edilizi o no. Cucca, dipendente dell'Alenia con la passione per il calcio, si preoccupa: «Lo stato degli impianti a Mariglianella non è dei migliori. C'era un campo a undici, ma è stato chiuso anni fa. Dicevano che l'avrebbero ristrutturato ma non se n'è saputo più nulla. Facciamo come possiamo». Certo, le panchine a bordo campo potrebbero essere pericolose per i baby giocatori ed è difficile immaginare che tutte le norme sulla sicurezza siano rispettate.

«Siamo sempre molto attenti - ribatte Cucca - e controlliamo i movimenti dei nostri campioncini. Qui non si svolgono competizioni agonistiche». È l'educazione dei piccoli talenti. Ma oltre la rete ci sono i Di Maio e tutto diventa più complicato.

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