I fischi contro Massimo D'Alema a Bari hanno lasciato il segno. È l'immagine di una sinistra che si sta disfacendo. "Quelle immagini mi hanno fatto impressione - spiega Massimo Cacciari in un’intervista al Fatto Quotidiano - avrà anche diecimila peli sullo stomaco, ma per uno con la sua storia, quei fischi da parte del sindacato devono essere stati duri da digerire". Quindi la stoccata finale: "Dico la verità, il compagno D’Alema mi ha fatto un po' pena".
Nell'’intervista al Fatto Quotidiano, Cacciari riflette sulla contestazione a D'Alema nel giorno in cui i sindacati sono scesi in piazza contro il governo Renzi. "Le persone - dice il filosofo - stanno sempre peggio e giustamente se la prendono con chi in questi anni ha gestito la baracca e ha ridotto il Paese in questo stato". Per l'ex sindaco di Venezia, la questione è delicatissima: "Non ci sono più punti di riferimento, né a destra né a sinistra né al centro". E al giornalista che gli chiede se quei fischi non fossero quindi solo contro D’Alema, Cacciari non sembra avere alcun dubbio: "Macchè! Non è una questione personale. Non c’entra niente D’Alema. Poteva passare Bersani, Renzi, Alfano... è la rivolta contro una classe dirigente che non sa trovare soluzioni credibili ai problemi della gente".
Da spettatore esterno, mentre è in corso l'assemblea nazionale del Pd, Cacciari non si tira indietro a dire la sua sulle
tensioni interne al Nazareno. "Ci si avvia verso un divorzio lacrime e sangue - avverte - lo dico da mesi, che era meglio procedere a una separazione consensuale: invece finirà a coltellate, ormai è inevitabile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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