Massimo Cacciari è, tra gli esponenti di centrosinistra, uno di quelli meno convinti della prospettiva di un governo giallorosso. Il filosofo ed ex sindaco di Venezia non fa nulla per nascondere le sue perplessità. Già un paio di giorni fa, del resto, aveva evidenziato come Matteo Salvini potesse sfruttare la posizione di leader dell'opposizione per un'avanzata elettorale ancor più consistente di quella segnalata oggi dai sondaggi e registrata nella passata tornata europea. Ma non è l'unica considerazione mossa dall'accademico in queste ore. Intervistato dal quotidiano La Verità, Cacciari ha sia svelato qualche retroscena sulle fasi politiche odierne sia presentato qualche ragionamento sulla formazione del prossimo esecutivo.
Il MoVimento 5 Stelle è spaccato al suo interno, ma secondo il filosofo la prospettiva delle urne spaventa tanto la formazione politica guidata da Nicola Zingaretti quanto quella coordinata da Luigi Di Maio. Questo, forse, è l'unico elemento comune individuato per i due partiti che si apprestano a disegnare una traiettoria condivisa.
Poi Massimo Cacciari ha rimproverato alla sinistra contemporanea il fatto di essere schiacciata sull'economia e sulle logiche di mercato: "Anche l'Ue saluto con giubilo l'esecutivo giallorosso e, con ogni probabilità, ciò significa ampi margini di flessibilità". Lo stesso ex primo cittadino della città lagunare ha rimarcato come anche Matteo Renzi, nonostante il favour degli enti sovranazionali, abbia dovuto mollare lo scettro di premier. Perché, in fin dei conti, sono gli elettori a disporre dell'ultima parola sulla bontà dei processi politici. La democrazia, insomma, seppur mediata da logiche di altra tipologia, è centrata sui processi elettorali cui gli esponenti politici devono rispondere giocoforza. C'è una figura, però, cui Massimo Cacciari ha associato la qualità di "vincitore": l'ex premier e presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte è, per l'intellettuale di sinistra, il vero dominus di quanto accaduto in queste settimane. "Conte da tempo coltiva le sue relazioni - ha spiegato Cacciari questa mattina - . Non è una persona che appariva sulle gazzette, ma non significa che non contasse anche prima di apparire".
Il Partito Democratico, dal canto suo, dovrebbe badare soprattutto agli appuntamenti elettorali,
quindi agli elettori: Cacciari ha specificato come una sconfitta del Pd alle elezioni regionali in Emilia Romagna possa raffigurare sin da subito un ostacolo alla continuazione dell'attività governativa.
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