Roma L'Ong italiana Medici senza frontiere, colosso della cooperazione internazionale, rischia la via dell'illegalità. Ieri pomeriggio non ha, infatti, firmato il codice di condotta voluto dal ministro dell'Interno, Marco Minniti. A non siglare l'accordo anche la tedesca Jugend Rettet, presente alla riunione. A dare il loro assenso, invece, Save the children e la maltese Moas, la prima a dare la sua disponibilità, mentre Proactiva open arms ha comunicato la volontà di aderire.
Le altre cinque organizzazioni internazionali invitate al tavolo, invece, hanno snobbato l'Italia, non presentandosi all'incontro con il capo di gabinetto Mario Morcone. «Avevamo chiesto che nell'inquadramento generale del codice - spiega al Giornale il dg di Msf Gabriele Eminente - fosse esplicitato di potenziare il sistema di soccorso in mare e fossero riconosciuti i principi umanitari. Abbiamo auspicato anche che ci fosse un riconoscimento del ruolo delle Ong spesso disconosciuto o frainteso. Dal punto di vista concreto abbiamo riscontrato che, comunque, nella previsione finale esiste ancora la possibilità che ufficiali di polizia giudiziaria armati possano salire a bordo. Non abbiamo problemi con loro, ma con le armi, in qualunque Paese operiamo». Prosegue, quindi, chiarendo: «Abbiamo visto anche che è stato inserito il divieto di trasbordi da nave a nave. Abbiamo chiesto di eliminarlo, ma nonostante siano stati apportati miglioramenti, ciò non è stato fatto. Una limitazione dei trasbordi può incidere sulla capacità complessiva di un sistema già insufficiente. Spesso - continua - gli assetti per i salvataggi sono carenti rispetto alle persone da salvare e depotenziare questo sistema non va bene».
Tra gli impedimenti, per Eminente, anche «un contesto dato dal fatto che questa discussione sul codice si sta sviluppando in un momento in cui si pensa di schierare navi militari di fronte alle coste libiche. Questo - tiene a dire - rischia di confondere le idee. Al netto di questi punti abbiamo comunque comunicato al ministero che Msf è pronta a rispettare tutte le altre previsioni del codice che sono già prassi e contenute in altre norme. Siamo disposti, come sempre, a fornire anche tutte le informazioni sui finanziamenti alla nostra organizzazione e i dati sulle imbarcazioni». Quanto alle possibili sanzioni, Eminente fa presente che dall'ultima bozza del codice è stato eliminato «il divieto di ingresso nei porti italiani. Non so di preciso le conseguenze che subiremo - conclude -, ma va sottolineato che un quadro di riferimento di regole c'è ed è forte: le norme internazionali, di livello normativo superiore rispetto alle regole di condotta del codice, norme che abbiamo sempre rispettato».
Il Viminale, con una nota, ha chiarito che «l'aver rifiutato l'accettazione e la firma pone quelle Ong fuori dal sistema organizzato per il salvataggio in mare, con tutte le conseguenze del caso concreto che potranno determinarsi a partire dalla sicurezza delle imbarcazioni stesse».
L'avvocato Emanuele Boccongelli, esperto di diritto internazionale, spiega come la mancata firma sicuramente «aprirà degli strascichi giudiziari sia a livello locale che internazionale. Ci troviamo di fronte a un fenomeno così imponente che richiede anche interventi tecnico normativi che, inevitabilmente - chiarisce - prestano il fianco a eventuali defezioni».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.