Un calcio in faccia al fermato "Il carabiniere già trasferito"

Il giovane tunisino aveva rubato in un supermercato. Video virale. Cucchi: "Episodi che infangano le divise"

Un calcio in faccia al fermato "Il carabiniere già trasferito"
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Ladruncolo bloccato a terra e preso a calci in faccia. «Così no, vengo con voi ma così no. Mi state facendo male». Autore dell'arresto a dir poco «anomalo», un carabiniere del nucleo radiomobile di Livorno intervenuto mercoledì pomeriggio dopo la segnalazione di un furto in un ipermercato. La scena, ripresa dai passanti, viene postata sul sito Welcome to Favelas e in pochi minuti fa il giro del web. L'Arma, dal canto suo, prende le distanze dall'azione del militare, trasferendolo «ad altro incarico». «Tale condotta non è in linea con i valori dell'Arma. Il comportamento del militare verrà giudicato con il massimo rigore - spiegano al Comando generale dei carabinieri - In attesa di un'indagine interna e dell'avvio di un procedimento disciplinare, abbiamo disposto il trasferimento istantaneo a un incarico non operativo».

Succede tutto per qualche scatoletta di carne per cani e un paio di cuffiette per smartphone. Centro commerciale Fonti del Corallo, tra viale Petrarca e via Gino Graziani. Il giovane si è appena infilato sotto il giubbotto delle lattine, dopo essersi imboscato le «earphone» senza filo. I suoi movimenti non sfuggono a un vigilante e quando il ladro cerca di oltrepassare le casse per darsi alla fuga scatta l'allarme. Il delinquente viene rincorso per qualche metro, colpisce la guardia che poi desiste e chiama il 112. C'è una pattuglia della Benemerita in zona che raccoglie la segnalazione della centrale operativa. È già sul viale, in fuga, quando arriva la gazzella a sirene spiegate. Il ladro continua a correre, i carabinieri dietro. Deve aver dato il filo da torcere ai due militari, perché quando riescono a bloccarlo sono neri. «Fermo» gridano. Ma lui niente. Di farsi acciuffare non ci pensa proprio. «Poi per due scatolette di carne per cani e delle cuffiette da quattro soldi» pensa. I carabinieri non mollano, è il loro mestiere, alla fine gli saltano addosso e lo immobilizzano a terra.

«Fermo» gridano ancora i carabinieri mentre il giovane, dall'accento straniero, afferrato per il collo, è già sotto di loro. «Mi fa male la gamba. Per davvero. Mi stanno facendo le foto» grida ancora il ragazzo mentre viene ammanettato. Sembra finita, all'improvviso uno dei due sferra un calcione con tutta la forza, colpendo di striscio anche il collega chinato, prima di centrare in pieno volto il ragazzo. Lui urla, la gente si accalca per assistere alla scena. Il ladro viene portato via, per lui le accuse sono di rapina impropria e resistenza a pubblico ufficiale. Si sarebbe dovuto fermare e alzare le mani alla vista delle divise, loro lo avrebbero dovuto ammanettare senza picchiarlo.

Una storia triste che riporta all'arresto a Milano di una trans da una pattuglia della polizia locale. La donna è a terra, ma gli agenti la colpiscono più volte al fianco e alla testa con il manganello per poi spruzzarle in faccia spray urticante. Il giovane ladro è in stato di fermo in attesa della convalida.

E scoppiano le polemiche: «La stragrande maggioranza delle forze dell'ordine non si comporta certo in questo modo - interviene la senatrice Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, massacrato di botte da due carabinieri nel 2009 - Questi episodi ne infangano le divise anche perché sono veramente troppi. Chiedo alla maggioranza se per caso anche qui lo sferrare un calcio in faccia a una persona ferma a terra sia in qualche modo previsto dai manuali operativi degli agenti delle forze dell'ordine e quindi legittimo».

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