
In un forno. L'Italia ricorderà questo inizio di luglio come uno dei periodi più caldi del nuovo millennio. Ieri le temperature in molte località hanno sfiorato i 40 gradi rendendo la vita impossibile a molti italiani, soprattutto a quelli più fragili. Un anziano di 85 anni è morto per uno scompenso cardiaco a Genova, all'ospedale San Martino, dove era entrato al pronto soccorso in stato di grave disidratazione. Altri due morti in Sardegna, entrambi bagnanti. Un 75enne di Terni è stato stroncato da un malore sulla spiaggia di Budoni, sulla costa nord orientale dell'isola, mentre poco distante, sulla spiaggia Lu Impostu di San Teodoro, è morto un 57enne trevigiano colto da malore improvviso. In entrambi i casi i soccorsi, pur tempestivi, sono stati inutili. In Sardegna le temperature in questi giorni superano anche i 40 gradi.
Da tutta Italia arrivano notizie di disagi e malori. In diciotto città ieri e oggi stato di massima allerta (il cosiddetto bollino rosso) e domani se ne aggiungeranno altre due, anche se in alcune città ieri le cose sono un po' cambiate, con un allerta temporale a Milano (dove ieri molti tram hanno dovuto cambiare percorso a causa di mancanza di energia elettrica dovuta al sovraccarico di consumi, e una sorta di tempesta di vento a Firenze, con numerose richieste di intervento ai vigili del fuoco per alberi caduti o pericolanti.
Uno dei temi torridi (è proprio il caso di dire) è quello del lavoro. Ieri al ministero del Lavoro a Roma- si è tenuto un tavolo con le parti sociali per arrivare alla firma di un protocollo-caldo che consenta "alle aziende, ma anche ai lavoratori e alle lavoratrici di lavorare in serenità, assistiti e soprattutto supportati dallo Stato, anche con gli strumenti più adeguati", ha detto la ministra Marina Calderone. "Va bene il protocollo ma il caldo arriva ogni anno, vorremmo si stabilizzasse una norma sull'emergenza caldo in modo da arrivare preparati", propone la presidente di Ance, Federica Brancaccio arrivando all'incontro. Sull'emergenza caldo è intervenuto ieri anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ieri, intervenendo all'assemblea annuale dell'Ania, ha detto che la protezione assicurativa contro alcune tipologie di calamità derivanti da eventi climatici estremi è "rilevante" ma questo "non esonera, naturalmente, le istituzioni dagli obblighi della prevenzione". Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato , in corso all'Auditorium Parco della Musica di Roma, e letto dal presidente Giovanni Liverani.
C'è anche un aspetto economico nell'emergenza caldo. Secondo Allianz Trade la produttività potrebbe intaccare dell'1,2 per cento il Pil nazionale. Del resto l'Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che con temperature di 32 gradi la nostra capacità di svolgere lavoro fisico sia inferiore del 40 per cento rispetto a condizioni normali, mentre con temperature di 38 gradi il calo è pari ai due terzi. Problemi anche nella produzione agricola, con danni alle colture, con ortaggi e frutta scottati e nelle stalle un serio calo della produzione di latte. In Lombardia, dove si produce circa la metà del latte italiano, il calo in questi giorni è stimato del 10 per cento. Di fatto ogni giorno si producono circa 1,8 milioni di litri di latte in meno rispetto ai periodi normali.
Il grande caldo stritola anche i nostri vicini. In Francia, dove è appena terminato il secondo giugno più caldo della storia, due persone sono morte per malori e migliaia di persone si sono ritrovate senza elettricità. In Spagna, dove nei giorni scorsi in Andalusia si sono toccati i 46 gradi, i morti sono stati quattro: due per un incendio divampato a tempo di record nella provincia catalana di Lleida, un uomo per un malore nella zona di Càceres, e un bimbo lasciato in auto nella provincia catalana di Tarragona.
In Germania ieri è stato il giorno più caldo dell'anno, con i 39,3 gradi misurati ad Andernach, nella Renania-Palatinato. E in Turchia evacuati due quartieri di Cesme, sul Mar Egeo, dopo che un incendio divampato in un campo agricolo si è propagato a un'area boschiva, minacciando alcune case.