Il cancro non curabile dei guerriglieri anti-berlusconiani

Il berlusconismo ha prodotto il primo vero tentativo di cambiare questo Paese, l'antiberlusconismo è stato un attentato contro questo Paese

Il cancro non curabile dei guerriglieri anti-berlusconiani

Come tutti i cancri, anche l'antiberlusconismo militante è difficile da estirpare. Dalle colonne di la Repubblica e del Fatto i guerriglieri di sempre hanno ridato fiato alle trombe, complice l'affermazione di Matteo Renzi che «berlusconismo e antiberlusconismo pari sono nei danni che hanno provocato al Paese». Certo, molti di loro sono invecchiati e non hanno lo smalto esibito negli anni Novanta, alcuni si sono pure rimbambiti a furia di ripetere le stesse cose, quasi tutti pontificano da ville, hotel e spiagge di lusso grazie ai non pochi soldi fatti pontificando che Berlusconi è uno sporco capitalista. Parliamo di una manica di ipocriti opportunisti, compagni di lotta rivoluzionaria finiti per convenienza ai vertici del sistema borghese, che si tratti di giornali, università o istituzioni poco importa. Volevano il comunismo al potere e si sono ritrovati prima Berlusconi e ora Renzi, democristiano amorale e opportunista. Già questo la dice lunga, oltre che sul comunismo, sulla loro intelligenza, sulla capacità di incidere nella società reale che c'è oltre il confine di Capalbio, spiaggia chic eletta a sede sociale.

Adesso questo circo di invidiosi a tempo pieno se la prende con il premier per «complicità col nemico», non capendo che l'unico antiberlusconiano vero apparso sulla scena è proprio lui, Matteo Renzi. Evitando lo scontro personale, blandendo il Cavaliere e il suo elettorato con false promesse, Renzi non solo ha riportato con prepotenza la sinistra al governo ma si è mangiato pure una fetta di centrodestra (prima Alfano poi Verdini). Più di così non so cosa poteva fare, e mi auguro non faccia. E non lo dico da tifoso. Renzi è il classico democristiano di sinistra, subdolo e ambiguo, avversario temibile di chi si professa liberale. È vero che ha umiliato i comunisti che comandavano nel suo partito, è vero che si ritrova contro buona parte degli antiberlusconiani, ma non sono questi motivi sufficienti per concedergli un lasciapassare in bianco.

Non cadiamo nella trappola linguistica di Renzi. Berlusconismo e antiberlusconismo non si possono mettere sullo stesso piano ma per il motivo opposto a quello sostenuto dai guerriglieri di Repubblica e Fatto .

Il primo ha prodotto il primo vero tentativo di cambiare questo Paese, il secondo è stato un attentato contro questo Paese e le sue istituzioni messo in atto dalla sinistra attraverso tradimenti, con la complicità di Stati esteri, magistratura deviata e linciaggi mediatici. Un colpo di Stato che, ironia della sorte, ha prodotto uno come Matteo Renzi. Ben gli sta.

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