Quel cane abbandonato ucciso da caldo e fame. La padrona era in vacanza

A dare l'allarme un vicino. La donna, di Terni, denunciata. Gli aveva lasciato due ciotole di cibo

Quel cane abbandonato ucciso da caldo e fame. La padrona era in vacanza

Roma - Sotto il sole rovente che ha rosolato l'Italia nelle ultime settimane, con due ciotole di acqua e cibo e nient'altro. È morto di stenti e di caldo, solo e abbandonato, il cane di una donna di Terni che lo ha chiuso sulla terrazza del suo appartamento ed è partita per le vacanze. Lo hanno trovato i vigili urbani della città umbra due giorni fa, intervenendo insieme ai volontari dell'Enpa su segnalazione di un vicino, e dopo aver rintracciato un parente della padrona del quattro zampe per farsi aprire la porta dell'appartamento. Il cagnetto era lì, già in avanzato stato di decomposizione, accucciato in un angolo del terrazzino. Accanto a lui le due ciotole per l'acqua e il cibo, che saranno finite nel giro di un giorno, costringendo il povero quattrozampe a una lunga e terribile agonia. La serranda tra terrazza e appartamento era abbassata a pochi centimetri dal suolo. Non abbastanza da permettere al cane di entrare in casa, dove peraltro, da solo, avrebbe potuto far poco per salvarsi la vita, se non abbaiare e farsi sentire sperando che qualcuno lo salvasse.

Non ce l'ha fatta. E i soccorsi sono arrivati decisamente troppo tardi. Dopo giorni passati sotto il sole tropicale che ha cotto l'Italia sperando di non essere stato abbandonato, guardandosi intorno, in quel luogo familiare al quale mancava la presenza più importante: la sua padrona. Lei, ora, si ritrova sulle spalle una denuncia per uccisione di animale, ma a lui, su quel terrazzo nel quartiere di San Valentino, l'amore e le cure mancate sono costate giorni di sofferenza e poi la vita.

È l'altra faccia della crudeltà che l'estate riserva agli animali domestici. Più nascosta e per certi versi più inquietante dell'abbandono in strada, sul quale peraltro sembra che anni di campagne di sensibilizzazione non abbiano comunque posto un freno vero e proprio, se ancora ogni anno 60mila quattro zampe vengono scaricati sull'asfalto come «soluzione rapida» per sbarazzarsene prima delle vacanze. Otto su dieci, abituati a vivere in casa, ritrovandosi in autostrada o nel parcheggio di un autogrill non ce la faranno comunque. Ma chiudere un cane in terrazza per settimane equivale a una condanna a morte tout court, senza percentuali d'appello. E sembra davvero incredibile che qualcuno scelga di condividere casa propria con un amico a quattro zampe e poi arrivi ad «abbandonarlo» nell'appartamento, partendosene per le ferie manco si trattasse di un soprammobile. Eppure il terribile caso di Terni non è certo un episodio isolato. Tra luglio e agosto, in un mese, la sola Associazione difesa animali e ambiente (Aidaa) ha ricevuto via email (direttivo.aidaa@libero.it) o via telefono (3511804615) 1.784 segnalazioni di cani (e talvolta di gatti) abbandonati in balcone, sfociate in 500 interventi nei casi in cui la «reclusione» non era temporanea.

Appena un paio di giorni fa, a Seveso, l'Enpa ha salvato otto cani - un bulldog francese, un border collie e sei chihuahua - che la padrona aveva abbandonato in casa senza nemmeno cibo, prima di partirsene per un viaggio. «Sarei stata fuori solo tre giorni, e comunque non posso più badare a loro», si è giustificata la padrona.

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