Canone in bolletta, che pasticcio E il Tesoro pensa all'accisa Rai

Il ministero cerca soluzioni ma la strada è in salita: coro di "no" e ricorsi già pronti

Canone in bolletta, che pasticcio E il Tesoro pensa all'accisa Rai

Una bolletta più cara di 16 euro ogni bimestre, per finanziare le battute della Littizzetto e i superstipendi dei dirigenti Rai. Al Mef si susseguono le riunioni dei tecnici per mettere a punto il nuovo sistema di riscossione del canone Rai attraverso le bollette elettriche, come annunciato dal premier Renzi («Oggi costa 113 euro, l'anno prossimo 100, chi è onesto paga e paga meno») e confermato in serata dal ministro dell'Interno Angelino Alfano a Ballarò («Saremo pronti l'anno prossimo»). I problemi da risolvere sono tanti e complicati, per questo il progetto studiato già da governi precedenti è stato poi sempre accantonato. Sono pochi i paesi dove la tv pubblica si finanzia con la bolletta: Cipro, Macedonia, Portogallo e Grecia, dove la Corte costituzionale ha espresso forti dubbi. L'obiettivo del governo italiano è recuperare l'evasione del canone Rai (sarebbero 600 milioni di euro l'anno in più per Viale Mazzini) agganciandolo ad un servizio essenziale come la corrente elettrica. Ma se il fine è chiaro, il modo per raggiungerlo no. Fonti del Mef riferiscono di un clima ottimistico per trovare la soluzione (mentre assicurano che il canone non dovrà essere versato per seconde o terze case), ma già all'orizzonte si vedono molte nubi. Non ci sono solo sul piede di guerra i consumatori (associazioni come Codacons e Adusbef annunciano piogge di ricorsi e «azioni clamorose» di boicottaggio per opporsi al canone in bolletta, invitando gli utenti a pagare solo la quota legata ai consumi elettrici), e l'opposizione in Parlamento, ma anche - e contano molto di più - i colossi dell'energia elettrica, che non vogliono accollarsi gli oneri della riscossione di una «tassa» che non c'entra nulla con la fornitura di energia. Per quanto siano tutti di nomina renziana, i vertici del settore stanno manifestando grande nervosismo per la mossa di Palazzo Chigi. Secondo Patrizia Grieco, presidente di Enel, infilare il canone tra le voci accessorie della bolletta è difficile sia tecnicamente, per i sistemi di fatturazione, sia, probabilmente, anche da un punto di vista giuridico». E non è sicura, aggiunge la presidente Enel, che i problemi «siano risolvibili». Non è servito finora il pressing fatto sul premier da Chicco Testa, amico personale di Renzi e presidente di Assoelettrica, l'associazione che rappresenta i più grandi gestori elettrici tra i 120 che operano in Italia, molti privati. Che si dovrebbero trasformare in riscossori, con tutte le complicazioni e costi conseguenti, che potrebbero far aumentare ulteriormente la bolletta. Insomma, «un gran pasticcio» lo definisce Testa. Soprattutto perché manca il presupposto dell'imposta: non è detto che chi ha la luce in casa abbia anche la tv. E poi, un contratto elettrico lo hanno anche negozi, fabbriche, uffici dove la tv non esiste, ma che potrebbero trovarsi in bolletta il canone.

E cosa succede se non si vuol pagare l'abbonamento Rai perché non si possiede una tv? Staccano la corrente? Per questo, raccontano fonti Mef, il governo punterebbe a modificare la legge sulla tv pubblica, trasformando di fatto il canone in una (ennesima) accisa. L'accisa Rai.

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