Che fa, ministro Lorenzin, mi invita a fare il Checco Zalone e a sedermi sulla gobba generosa dello Stato italiano, con una piccola truffa furbetta, ingannando il medico o usando della sua complicità per rubare due euro ai povericristi?
Ricapitolo. In Francia acquisto in farmacia un medicinale per il torcicollo. Rientro in Italia, medesima molecola, stessa quantità di ibuprofene, il prezzo è più alto del 300%. Chiedo spiegazioni al ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Il ministro, che è un'amica, replica che se fossi andato dal medico di base per farmi fare la ricetta, sulla base della «Nota 66, totalmente esente per le principali patologie», sarebbe stato gratis.
Dunque ieri, stavolta vittima io stesso di torcicollo, vado dal mio medico di base. Il dottore mi palpa il collo, diagnosi torcicollo, conferma l'utilità dell'ibuprofene lisina 400mg eccetera. E si appresta a farmi la ricetta con un certo fastidio. Gli mostro l'articolo del ministro. Mi guarda acido: «Il torcicollo non si cura gratis. La Nota 66 non comprende il torcicollo. Se vuole chiudo un occhio, fingo che lei abbia un dolore da tumore e scrivo Nota 66 così lei risparmia due euro, e però sappia che truffa l'erario e mi invita a diventare suo complice». Accende il pc, voce Nota 66, Ministero della Salute: «La prescrizione dei farmaci antinfiammatori non steroidei a carico del SSN è limitata alle seguenti condizioni patologiche: artropatie su base connettivitica, osteoartrosi in fase algica o infiammatoria, dolore neoplastico, attacco acuto di gotta». E mi chiede per mettermi alla prova: «Un piccolo peccato, un microscopico falso e scrivo 66?».
Il fatto è questo. E il ministro non lo dice. In Italia funziona una specie di regola da Stato socialista. Il che spiega perché sono tanto più cari che nel resto d'Europa i prodotti da banco. Semplifico: se una casa farmaceutica vuole che un suo prodotto, anche di tipo generico, sia mutuabile (fascia A), dà l'esclusiva allo Stato. Il quale contratta un prezzo molto basso, e vieta che questo stesso prodotto sia venduto al banco.
Per cui le case farmaceutiche recuperano e ragionano con astuto buon senso: mai più la gente comune perde un'ora d'ambulatorio, a sgualcire rotocalchi unti, per spendere tre euro in meno. Se ci fosse libero commercio, sul serio, si risparmierebbe tutti e si butterebbe meno tempo via in code e scartoffie. E saremmo più liberi e meno spremuti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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