Un carico di stimolanti per i tagliagole del Califfo

Nascoste in un container in arrivo dall'India c'erano 26mila pillole destinate ai jihadisti

Un carico di stimolanti per i tagliagole del Califfo

Atene Tre indizi che contribuiscono a comporre un pezzettino di quel puzzle che si chiama «rete Isis», con cui in troppi fanno affari. Venti giorni fa poliziotti americani e greci hanno sequestrato nel porto ellenico del Pireo un carico con 26mila pasticche di Tramadol, destinate ai miliziani dello Stato Islamico: valore 13 milioni di euro. Si tratta di un forte narcotico oppioide sintetico utilizzato per sedare dolori e ferite. Erano stipate in un container proveniente dall'India, la cui destinazione finale era la Libia, dove l'Isis è braccata dalle truppe del Generale Haftar. Ma un informatore ha allertato gli investigatori ellenici che, da tempo, lavorano in tandem con la Dea.

Lo scorso novembre c'era stato un sequestro analogo, compiuto dalle autorità turche al confine con la Siria: 11 milioni di pillole di Captagon, ribattezzata «la droga del jihad» perché inibisce la paura. Chi le prende non dorme per giorni, ed è pervaso da un senso di onnipotenza. Le pillole di guerra sono ormai diffuse quanto le armi convenzionali: in Medio Oriente le usano praticamente tutti, infatti la stampa francese sostenne che anche il commando che lo scorso 13 novembre attaccò Parigi era «fatto» di Captagon. Un carico minore, da 700mila pezzi, era stato sequestrato in Egitto quattro mesi fa in un'operazione a cui partecipavano anche le intelligence dei Paesi europei affacciati sul Mediterraneo.

Nel Mare Nostrum non viaggiano quindi solo migranti. La rotta della droga per i jihadisti segue idealmente una linea orizzontale, da est a ovest, e investe principalmente i confini meno controllati a bordo di pescherecci, containers e mercantili. Come quello che nella notte della tragedia della «Norman Atlantic», che nel dicembre 2014 al largo di Corfù costò la vita a 11 persone (e 19 dispersi), sfuggì ad un radar cretese e giunse nel canale d'Otranto con a bordo non solo 400 siriani, ma si dice anche un carico speciale ben nascosto nella stiva. O come la nave containers giunta lo scorso anno sempre al porto del Pireo e su cui le autorità elleniche non sono mai riuscite ad accertare se, tra droga e anfetamine, vi fosse o meno la responsabilità diretta di un grosso armatore ellenico.

Da un anno ormai gli agenti del Dipartimento di Stato Usa cooperano con le forze di sicurezza greche per stanare possibili jihadisti in transito nell'Egeo, oltre che potenziali basi logistiche nel Paese.

Già in occasione del massacro di Charlie Hebdo, si erano intensificati i controlli nella capitale greca grazie al lavoro di squadra tra polizia locale e Mossad che aveva portato all'identificazione di una cellula dormiente che si occupava di falsificare i documenti per terroristi. È di due giorni fa un report dedicato, da parte di Washington, che punta l'indice contro la permeabilità delle frontiere elleniche, definendole «una seria preoccupazione».

twitter@FDepalo

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