Mantenere i profughi costa (solo) alla Lombardia oltre mezzo milione al giorno. Per la precisione: 623mila euro, che moltiplicati per trenta fanno schizzare il conto a fine mese a quota 19 milioni di euro. È il prezzo dell'accoglienza dei profughi, un'invasione continua che sta mettendo in enorme difficoltà sindaci e bilanci. La regione governata da Roberto Maroni peraltro è quella che si sta sobbarcando il carico maggiore, visto che dei migranti distribuiti dal ministero dell'Interno su tutto il territorio nazionale, il 13% viene collocato proprio in Lombardia (17.818 presenze registrate al 22 luglio). Seconda in classifica è la Sicilia con 14.211 profughi accolti (il 10%), mentre le percentuali per regioni vaste come il Piemonte, il Veneto, il Lazio o l'Emilia Romagna si fermano intorno all'8%, ancora meno la Toscana (7%) o la Liguria (3%, circa quattromila persone). È sempre caldo al nord lo scontro tra la visione leghista (che chiede da mesi lo stop agli ingressi) e quella buonista del Pd (per estendere i posti letto la ex giunta Pisapia aveva persino lanciato un bando aperto alle famiglie milanesi disposte a prendersi un profugo in casa in cambio di un mini-contributo). Ma un dato porta i politici a interrogarsi se una spesa salita a questi livelli record (i 19 milioni al mese pagati dalla Lombardia coprono solo un settimo dell'accoglienza nazionale) sia davvero giustificata e giustificabile di fronte ai cittadini che vivono in situazioni di crisi.
«Le tabelle ufficiali del ministero - puntualizza l'assessore Simona Bordonali - dicono che i rigetti delle domande di protezione internazionale sono saliti al 60 per cento». Tradotto: solo quattro immigrati su 10 avevano davvero diritto all'accoglienza. «I numeri relativi all'immigrazione sono mostruosi - ha continuato - e fotografano una sconvolgente incapacità del governo italiano di gestire il problema. Mantenere i richiedenti asilo presenti in Lombardia costa 623.000 euro al giorno, soldi che dovrebbero servire ad aiutare i disoccupati e i cassaintegrati lombardi, non a mantenere per due anni chi sbarca. In Italia nel 2016 sono stati riconosciuti dalle commissioni ben 27.522 clandestini. Sarebbe interessante sapere quanti sono stati rimpatriati, ma temo che la risposta sia zero. Il Governo intervenga e proceda al rimpatrio di tutti coloro che non hanno diritto a rimanere. Questa invasione di clandestini, unita alle paure generate dal terrorismo islamico, può portare a conflitti sociali terribili».
Nel primi mesi del 2016 su 45.979 richiedenti asilo in Italia solo il 4% ha ottenuto lo status di rifugiato, a un altro trenta per cento è stata riconosciuta la protezione umanitaria (18%) o sussidiaria (13%). Ma al 60% è stata rigettata la domanda, un altro 4% (1.955 persone) è stato iscritto nella categoria degli «irreperibili», un dato che è più che raddoppiato rispetto al 2015 (erano 752), quando mancano ancora quattro mesi alla fine dell'anno.
La situazione è particolarmente critica a Milano, che ospita oltre 3mila rifugiati, quasi mille in più rispetto alla quota che le spetterebbe per numero di residenti. Solo 15 Comuni sui 134 della Città metropolitana rispettano o addirittura superano il tetto dell'accoglienza, un centinaio non ospita nemmeno un migrante. Il sindaco Beppe Sala una settimana fa ha riunito i colleghi dell'area vasta per chiedere più collaborazione.
La richiesta è di avere più fondi dallo Stato, e qualche garanzia potrebbe arrivare dall'incontro in programma proprio questa mattina in prefettura a Milano tra Sala e il Capo Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno, Mario Morcone - Giorni fa aveva ammesso che c'è l'idea di «creare delle premialitá per i comuni che accolgono o accettano di portare avanti progetti Sprar».
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