Caso Diele, come lui 3 giovani su 10

Al volante sotto l'effetto di alcol o stupefacenti. Incidenti mortali aumentati del 25%

Caso Diele, come lui 3 giovani su 10

Domenico Diele ora vorrebbe gridarlo al mondo: «Non commettete il mio stesso errore». Un «errore» che è costato la vita a una donna innocente e l'ha rovinata a giovane uomo come lui. Un attore di talento che a 32 anni aveva tutto: soldi, donne, successo. Ma perché una persona intelligente come Diele ha commesso l'idiozia di drogarsi e - per di più - di mettersi poi al volante di un'auto che non avrebbe mai potuto e dovuto guidare? Non c'è una risposta logica, a maggior ragione se si considera che all'attore era già stata ritirata la patente proprio perché trovato in passato positivo al test-droga. Diele era quindi recidivo, ma ciò non è bastato per convincerlo a darsi una regolata. Al contrario l'attore è tornato a sfrecciare in autostrada con occhi e mente annebbiati dalla droga; una sfida conclusa tamponando lo scooter della donna. Lei è morta sul colpo, Diele ne uscito incolume, ma in stato di arresto con l'accusa di omicidio colposo aggravato (ieri si è scoperto che la sua vettura era anche senza assicurazione).

E torniamo così alla domanda-chiave: perché una persona strafatta di droga spinge sull'acceleratore, rischiando di uccidersi e, cosa ancor più grave, di uccidere degli innocenti?

«Uno degli effetti delle sostanze stupefacenti - rispondono i medici - è proprio quello di creare un senso di onnipotenza. L'ultima cosa a cui pensa un drogato è quella di non essere in grado di guidare un'auto, anzi è convinto che fumo e cocaina esaltino le sue capacità sensoriali, non certo che le azzerino di moltissimo». Un «equivoco» legato alla percezione del rischio in cui ogni giorno cadono tre giovani di dieci. Una statistica impressionante frutto di un recente sondaggio condotto da Skuola.net e Università Niccolò Cusano.

Alla domanda: «Ti è mai capitato di esserti messo alla guida dopo aver fatto uso di droghe?», l'11% ha risposto «sì» (di questi il 5% «qualche volta» e il 6% «spesso»). E con l'alcol le cose vanno anche peggio: il 19% ha ammesso di aver guidato in stato di ebrezza (il 13% «qualche volta» e il 6% «spesso»).

Un combinato disposto - quello tra droga e alcol - che negli ultimi 5 anni ha fatto aumentare del 25% gli incidenti stradali (15% quelli mortali e 10% quelli con feriti gravi). Un'ecatombe che la nuova legge sull'omicidio stradale sembra, almeno finora, non aver arrestato.

A spiegare il m otivo è l'avvocato Domenico Musicco, che la nuova legge entrata in vigore lo scorso anno ha contribuito a scriverla, aumentando di parecchio le pene per chi fugge

dopo aver provocato un incidente: «I pirati della strada, purtroppo, sono aumentati del 9,6%. L'inasprimento delle pene ha avuto una sorta di effetto-boomerang. La paura infatti di essere arrestati spinge molti a fuggire».

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