Caso Guidi, appalti e legge navale: "La Boschi me l'ha promesso"

Le pressioni del "clan" su ministri e governo per la legge navale. Gemelli in commissione mentre parlava la Boschi

Caso Guidi, appalti e legge navale: "La Boschi me l'ha promesso"

Gli atti processuali del "caso Total" fanno emergere contatti, richieste di favori, promesse e pressioni da parte del "clan" nei confronti delle più alte cariche del governo guidato da Matteo Renzi. Non c'è solo la ministra Federica Guidi, compagna di quel Gianluca Gemelli che del "comitato d'affari" sembra essere una delle pedine più attive. Ad essere coinvolti, a vario titolo, in questo "scandalo" ci sarebbero diversi ministri, come Graziano Delrio (Infrastrutture), Maria Elena Boschi (Rapporti con il Parlamento), Marianna Madia (Publica Amministrazione) e Roberta Pinotti.

Non sono indagati, sia chiaro. Ma politicamente il terreno è più che sconnesso. Se quello che emerge dalle carte dei pm venisse confermato, sembra che il "clan" fosse in grado non solo di orientare nomine importanti da parte del governo (come quella sull'autorità portuale del porto di Augusta), ma anche di influenzare altri provvedimenti dell'esecutivo. Decreti su cui Gemelli e gli altri interlucutori sostengono di aver ricevuto promesse direttamente dalla fedelissima di Renzi, Maria Elena Boschi.

Per il "clan" era fondamentale mantenere il controllo del porto di Augusta (Gemelli lì ha una società che si occupa di manutenziuone degli impianti petrolchimici). E ad interessare è anche lo sblocco dei finanziamenti per un programma navale caro al capo di stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi. Nelle intercettazioni riportate dal Corriere, si leggono proprio le parole dell'ammiraglio: "La Pinotti nel frattempo... chiesto a... Gabinetto di Marina di preparargli uno studio sull’accorpamento delle Capitanerie di Porto, allora il vulnus sta nel fatto che Graziano imporrebbe sicuramente collegamenti tra trasporti e Marina... tramite la ministra in questo momento, incazzata com’è sulla vicenda del Libro Bianco, direbbe senz’altro di sì. Allora, noi dobbiamo... cioè fare in modo, devono essere loro che... la Madia, come mi aveva promesso la Boschi, ha detto che si doveva rivedere la questione del mare...".

Ed è proprio sulla Legge navale che si concentrano le mire del "quartierino di furbetti". I soldi per gli appalti della Difesa fanno gola. E loro vogliono assicurarsi l'appoggio del governo. L'11 dicembre 2014, Gemmelli riceve un messaggio: "Gianluca per favore potresti chiedere a Federica se firma il documento legge navale? È ancora li...". La risposta è diretta: "Non dovrebbe esserci, mo’ mi informo". Ed è quello che fa. Gemelli manda un sms alla compagna-ministro. La cosa sembra essersi impantanata, fino al pomeriggio. Quando la "buona notizia" arriva alle orecchie di Gemelli. Questa volta è Nicola Colicchi, un'altro del "clan", a mandare ben tre sms: "Firmata legge navale!!! Firmata legge navale!!! Vito ha chiamato Berutti un paio d’ore dopo il WhatsApp dicendo che “finalmente era riuscito a far firmare il provvedimento”... Facce di culo".

Sullo sblocco dei fondi per il programma navale, De Giorgi si lascia sfuggire al telefono altri particolari: "Gioacchino Alfano (il sottosegretario, NdR) è stato ricondotto apparentemente a miti consigli da Pinotti, che finalmente gli ha dato un cazziatone, gli ha tirato, gli ha fatto scrivere cosa leggere: l’ha letto. E quindi si è rimangiato tutto".

Non solo. Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, Gemelli sarebbe stato anche presente in Commissione Affari Costituzionali mentre parlava la ministra Boschi. È il 27 novembre 2014, i giorni in cui si sta decidendo il da farsi sull'emendamento per Tempa Rossa. E in effetti, qualche giorno dopo, precisamente il 14 dicembre, l'emendamento entra in Legge di Stabilità. In commissione si parla di altro e non di petrolio, ma potrebbe essere in qualche modo sospetta la presenza in Senato di Gemelli proprio nel giorno in cui a parlare c'era la Boschi. Non è dato sapere, al momento, se i due si siano parlati e, soprattutto, di cosa abbiano eventualmente discusso. La ministra ha detto di non averlo mai conosciuto e di non sapere che fosse il findanzato della Guidi. Inoltre in una nota il Senato ha fatto sapere che "a seguito di verifiche sugli accessi ai Palazzi, risulta che Gianluca Gemelli era presente in Senato il giorno 27 novembre 2014 in mattinata. I lavori della 1a Commissione-Affari costituzionali si sono svolti nel pomeriggio.

Si ricorda che durante lo svolgimento delle sedute non è comunque consentita la presenza di persone estranee all'interno delle aule delle Commissioni".

Quello che è certo è che ora le pressioni sul ministro sono forti. La vicenda, probabilmente, lascerà qualche ferita.

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