Cateno De Luca ce l'ha fatta. È lui il nuovo sindaco di Messina. Il deputato regionale dell'Udc, ieri ha vinto il ballottaggio contro il candidato del centrodestra Dino Bramanti con oltre il 65% dei voti.
De Luca è noto non solo per le inchieste giudiziarie nelle quali è stato coinvolto in questi ultimi anni, ma anche per un insolito spogliarello che lo ha visto protagonista nel 2007. All'epoca era deputato dell'Assemblea regionale e, come segno di protesta contro la decisione dell’allora presidente Micciché di estrometterlo dalla Commissione Bilancio, usò la bandiera siciliana come pareo e restò con la coppola in testa e la Bibbia in mano. Già un anno prima, ricorda il Corriere della Sera, si era spogliato per protestare contro i tagli di fornitura d’acqua alle Eolie. Dal 2003 al 2011 è stato sindaco di Fiumedinisi, suo paese natìo e, poi, dal 2012 al 2017 è stato primo cittadino di Santa Teresa di Riva. Nel 2011 iniziano i suoi guai giudiziari quando viene arrestato con il fratello Tindaro, funzionario del Comune di Fiumedinisi e presidente della Commissione edilizia, per il cosiddetto "sacco di Fiumedinisi". Venne accusato di abuso d’ufficio, falso e tentata concussione, per aver gestito gli appalti per la costruzione di un albergo, 16 villette e un muro di contenimento del torrente Fiumedinisi così da favorire le imprese edilizie della sua famiglia. Nel novembre 2017, tre giorni prima che arrivi l'assoluzione per quel processo, viene nuovamente arrestato per evasione fiscale, a poche ore dall’annuncio della sua candidatura a sindaco di Messina.
Il suo nome era, secondo la Commissione antimafia, tra gli "impresentabili" del centrodestra. De Luca era tornato in libertà dopo la revoca degli arresti domiciliari, sostituita con una misura interdittiva del divieto di ricoprire ruoli apicali negli enti coinvolti nell’inchiesta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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