Cattivi, giovani e stranieri 15enne violentata in treno

Liceale aggredita in pieno giorno mentre tornava da Milano Molestie e botte: ha una costola rotta. Caccia a due nordafricani

Cattivi, giovani e stranieri  15enne violentata in treno

Milano Prima pesantemente molestata. Quindi spinta contro una porta del convoglio, presa per i capelli, schiaffeggiata, insultata e palpeggiata. Un pestaggio in piena regola (e anche, seppur in forma lieve, una violenza sessuale) quello subìto giovedì da una liceale 15enne sul convoglio del treno Milano-Mortara (Pavia). E quel che più stride e impressiona, un pestaggio avvenuto alle 4 del pomeriggio, quando gli scompartimenti - in teoria - sono pieni di gente. Significa che nessuno ha aiutato la povera ragazza che, sola sul suo convoglio, lamenta di aver lottato e gridato a lungo. Significa che tutto è avvenuto nella più completa indifferenza. E questo non solo stride, ma amareggia non poco.

Della terribile esperienza vissuta dalla giovanissima pendolare, proprio mentre tornava dal suo liceo milanese nella casa di Vigevano (Pavia), secondo quanto riferito da lei stessa ai poliziotti dalla settima sezione dell'Upg (l'Ufficio prevenzione generale della questura, con cui collabora la Polmetro), sarebbero responsabili due nordafricani. Che la studentessa inizialmente ha dichiarato di non conoscere, descrivendoli alla polizia in maniera piuttosto generica: due sconosciuti in jeans e felpa con cappuccio, accento tipicamente maghrebino. Quindi ieri pomeriggio, interrogata nuovamente alla clinica pediatrica De Marchi, dov'è attualmente ricoverata con l'undicesima costola destra fratturata, ha ammesso di conoscere uno dei suoi due aggressori. «Un tipo a cui ho concesso l'amicizia su Facebook e che mi voleva incontrare a tutti i costi, anche se io ero solo infastidita e non ho mai accettato».

Ora, naturalmente, per gli investigatori è caccia aperta ai due nordafricani. Resta comunque interessante concentrarsi sui momenti precedenti la denuncia del pestaggio. La liceale, infatti, scesa dopo l'aggressione di giovedì pomeriggio alla stazione di Vigevano, ha raggiunto la madre in ufficio senza mai fare parola del suo pomeriggio di terrore o della costola dolente. Ieri mattina, però, si è sentita male a scuola. Conati di vomito, giramenti di testa, dolori. Così, mostrando i lividi sul corpo, è riuscita a confidarsi con due compagne di classe ed è stata subito accompagnata all'Svsd (Servizio violenze sessuali e domestiche) della clinica Mangiagalli per i controlli di rito, quindi alla vicina De Marchi. Dove un medico ha finalmente avvertito la polizia: erano le 21 di venerdì.

Ancora molto scossa, la studentessa ha spiegato con fatica che giovedì, dopo l'uscita dal suo liceo, è salita sul tram della linea 14 per raggiungere piazzale Cantore. Una volta lì, ha camminato lungo corso Cristoforo Colombo raggiungendo la stazione di Porta Genova. Erano le 14.20 e il treno sarebbe arrivato solo alle 14.42. Sul convoglio di TreNord è salita sull'ultimo convoglio con una compagna di liceo e con un'altra ragazza. Che, all'arrivo alla stazione di Abbiategrasso, però, sono scese entrambe, lasciandola sola. È a quel punto che la giovane sarebbe stata raggiunta dai due maghrebini, tra cui l'«amico» conosciuto online, che hanno cominciato a molestarla.

Visto che la ragazza era decisamente poco accondiscendente alle loro avance, hanno quindi cominciato a picchiarla selvaggiamente. La liceale non chiede aiuto e scende - come i suoi aggressori - alla stazione di Vigevano.

Il capotreno che giovedì controllato i biglietti dei passeggeri assicura di non aver avuto alcuna segnalazione che fosse accaduto qualcosa di anomalo.

Grazie a un recente accordo con la Polfer e TreNord, inoltre, sono stati intensificati i controlli sui treni, senza contare che, lungo le tratte a rischio e in orari in cui i treni sono mezzi vuoti, ci sono dei vigilantes che attraversano il treno per assicurarsi che tutto vada bene.

Resta il fatto inconfutabile che la ragazza ha una costola rotta. E che se è stata davvero picchiata sul treno, come emerge dal suo racconto, nessuno se n'è accorto.

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