Ancora non aveva prestato giuramento che il neo ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli è finito nel mirino della galassia cattolica che ruota attorno al Family Day.
Non appena è stata resa nota la lista dei ministri del nuovo esecutivo guidato da Paolo Gentiloni, gli organizzatori della grande manifestazione dell'anno scorso contro il ddl Cirinnà hanno dato fuoco alle polveri. Alla vicepresidente uscente del Senato ed ex sindacalista Cgil nel settore tessile, in particolare, è rimproverato di essere la prima firmataria di un ddl del novembre 2014 con cui si richiede "l'introduzione dell'educazione di genere e della prospettiva di genere nelle scuole e nelle università". In una parola, del gender.
La pagina Facebook di "Manif pour tous - generazione famiglia" ieri pomeriggio lanciava addirittura "l'allarme rosso": "La nomina della Senatrice Pd Valeria Fedeli al Ministero dell'Istruzione è, per le famiglie dei Family Day, quanto di peggio si potesse anche solo lontanamente immaginare - scrivono le associazioni schierate in difesa della famiglia naturale - Anche se questo dovrebbe essere solo un "Governo di transizione", è proprio in questi contesti di scarsa se non nulla legittimazione democratica del potere politico che vengono commessi i soprusi peggiori."
E uno dei leader del movimento,
Filippo Savarese, commenta con amara ironia: a chi mi chiede come mi sento dopo questa nomina rispondo con la foto di Braveheart. Come a dire: contro la Fedeli all'Istruzione, resistere, resistere, resistere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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