Roma - La giornata la passa ad Arcore, dove il centralino filtra solo poche e selezionate telefonate. Non c'è per nessuno o quasi, Silvio Berlusconi. Che incontra per qualche ora Giovanni Toti e Deborah Bergamini, passati a Villa San Martino per gli auguri di Ferragosto. Per il resto è alle prese con un po' di relax e con la dieta a base di carboidrati che serve a rimetterlo in forma in vista di settembre. Anche se legge, si tiene al corrente sulle novità e ragiona su come dopo la pausa estiva si potrà rispondere a quella che considera una vera e propria offensiva dell' establishment dei poteri forti e dell'Ue. Il paragone con l'estate del 2011, quella che portò alla sua caduta, in privato l'ha già fatto più volte l'ex premier. Convinto che oggi come allora sia in atto «una manovra» per «raccontare l'Italia molto peggio di come davvero sta» con il solo obiettivo di «continuare a commissariarla».
Così, Berlusconi si dedica a studiare i dossier economici, perché ne è convinto l'ex premier nei prossimi mesi Forza Italia potrebbe avere un ruolo centrale per la stabilità del Paese e la tenuta dei conti. Anche se Matteo Renzi sembra non curarsene troppo, al punto che intervistato dalla trasmissione Millennium in onda su RaiTre ci tiene a precisare che «l'accordo è solo su riforme istituzionali e legge elettorale». Come a dire che non c'è altro in ballo. Parole che non disturbano affatto il leader di Forza Italia, disposto a una collaborazione ma solo su provvedimenti specifici e purché vadano nella direzione che chiede l'ex premier (dalla riduzione della pressione fiscale al taglio della spesa improduttiva, passando per una maggiore flessibilità del mercato del lavoro). Capisco la pretattica di Renzi è il ragionamento che Berlusconi affida in privato a un parlamentare azzurro perché anch'io farei lo stesso, ma è nelle cose che alla fine avrà bisogno di noi.
Un Berlusconi, insomma, che non si scompone. Anche perché esattamente come dice il premier l'impegno preso da Forza Italia è solo sulle riforme e sulla nuova legge elettorale. Sul resto, dunque, non ci sono vincoli. Ma solo «il nostro senso di responsabilità che ci porterà a votare caso per caso, provvedimento per provvedimento». Il sostegno al governo, insomma, ci sarà solo quando lo si riterrà opportuno perché è il ragionamento che l'ex premier ripete in privato da giorni non faremo un'opposizione pregiudiziale e incondizionata come fece il Pd quando soffiavano i venti di crisi nell'estate del 2011. «Forza Italia spiega il vicepresidente del Parlamento europeo Antonio Tajani - è disponibile a dare il suo sostegno a quelle misure che serviranno a evitare il commissariamento». Ed è forse per questo che proprio in questi giorni Berlusconi ha ripreso in mano il programma economico presentato nel 2013, lo stesso dice a chi ha occasione di vederlo che hanno in buona parte applicato Mariano Rajoy in Spagna e David Cameron in Inghilterra.
E una prima convergenza con il Pd potrebbe essere proprio su un tema caldo come la riforma dello Statuto dei lavoratori e, dunque, del mercato del lavoro. Se Renzi dice di volerci mettere mano, infatti, Forza Italia è da tempo pronta a sostenere riforme che - si legge sul Mattinale , la nota politica redatta dal gruppo azzurro della Camera sotto la supervisione di Renato Brunetta - garantiscano «il massimo della flessibilità in entrata e in uscita». Potrebbe essere questo, insomma, uno dei terreni d'incontro. Anche se, per altri versi, è proprio su questo campo che si è aperto lo scontro nella maggioranza. All'insistenza con cui Angelino Alfano va chiedendo da giorni l'abolizione dell'articolo 18, infatti, Renzi ha risposto in maniera piuttosto tranchant: «È soltanto un simbolo, un totem ideologico.
Serve solo ad alimentare il dibattito agostano degli addetti ai lavori. Proprio per questo trovo inutile stare adesso a discutere se abolirlo o meno». Un'uscita che Berlusconi avrebbe commentato in maniera inequivocabile: Renzi lo sta logorando giorno dopo giorno.
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