Il Cav: premier più deciso o si rischia una manovra bis

Berlusconi pronto a collaborare sull'economia purché si taglino spesa e tasse: basta temporeggiare, tre governi non eletti hanno peggiorato gli indicatori

Il Cav: premier più deciso o si rischia una manovra bis

Domani, forse, si dedicherà davvero e solo al relax. Perché, nonostante i propositi dei giorni scorsi, è finita con un Silvio Berlusconi che fa fatica a staccarsi dalla politica e che continua a ragionare sui diversi dossier sulla sua scrivania. Il tentativo di «staccare» e prendersi qualche giorno di riposo, dunque, è durato a malapena 24 ore. Dopodiché l'ex premier è tornato a tuffarsi nel lavoro, spulciando punto per punto il programma economico con cui Forza Italia si è presentata nel 2013 oltre agli appunti che gli sta inviando regolarmente Renato Brunetta e ai contributi che gli arrivano da quei parlamentari azzurri esperti di questioni economiche (a partire da Daniele Capezzone).

Al netto del fatto che in Forza Italia sono in tanti quelli che spingono per chiudere un accordo di sistema con Matteo Renzi anche sul fronte economico - sono gli stessi che nonostante le ferie agostane stanno già cercano il numero di telefono del sarto per il vestito dell'eventuale giuramento da ministro - Berlusconi comunque non esclude una collaborazione, anche impegnativa. Non avrebbe problemi, insomma, a mettere la faccia su un'eventuale accordo che comprenda alcuni provvedimenti specifici in materia economia purché - lo ripete più volte in privato - «alle nostre condizioni». Che sono: calo della pressione fiscale (l'idea della flat tax non gli dispiace per nulla), taglio alle spese superflue, aggressione del debito pubblico e maggiore flessibilità per il mercato del lavoro. Se si va in queste direzioni, il leader di Forza Italia è pronto a sostenere eventuali misure anti-crisi, nonostante Renzi in questo momento «preferisca fare tattica» e dica che non ha bisogno del cosiddetto «soccorso azzurro». Detto questo, nessuna intenzione di entrare al governo, con buona pace di chi tra gli azzurri ha già chiamato il sarto.

Che Berlusconi paragoni l'attuale situazione a quella che nel 2011 portò alla sua caduta da Palazzo Chigi non è un mistero, convinto com'è l'ex premier che «anche oggi» siano all'opera «i poteri forti dell' establishment europeo» che stanno cercando di «commissariare l'Italia» come già hanno fatto tre anni fa. «Tre anni in cui - è la riflessione che il leader di Forza Italia fa in privato con i suoi interlocutori - tre diversi governi non eletti hanno solo peggiorato tutti gli indicatori». Ce l'ha con Mario Monti ed Enrico Letta l'ex premier, ma pure con Renzi. Che ora è davanti ad un bivio e, forse, sta eccedendo in tatticismi e nel prendere tempo. Presto - è il senso dei suoi ragionamenti - dovrà infatti decidere il da farsi sul fronte economico, altrimenti l'Italia rischia di andare incontro non solo ad una manovra aggiuntiva ma pure alle elezioni anticipate. Insomma, Forza Italia ha un «approccio responsabile e adulto» ma Renzi deve sta attento a non tirare la corda.

Ecco perché, nel frattempo, gli azzurri puntano il dito contro il faccia a faccia «segreto» tra Renzi e il governatore della Bce Mario Draghi. Ci pensa Renato Brunetta a sparare sul premier. «Desta grande preoccupazione - dice il capogruppo di Forza Italia alla Camera - il fatto che Renzi, abbia incontrato ieri in modo riservato, quasi di nascosto, Draghi.

È normale che un presidente del Consiglio di un Paese democratico prenda un elicottero, dicono, e vada ad incontrare il presidente della Bce in modo segreto? E di cosa hanno parlato? E se la cosa non fosse stata rivelata, sarebbe rimasta segreta?».

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