Per il Vaticano la legge sulla cittadinanza, che introduce lo ius soli, è addirittura "indispensabile". E così, mentre il Paese si divide profondamente, la Santa Sede ci mette il carico da novanta allinendosi alle posizioni della sinistra radicale e sposando il riconoscimento del diritto di cittadinanza ai bambini di immigrati nati in Italia. "Ius Soli e Ius Culturae - dice monsignor Gian Carlo Perego in una intervista a Repubblica - sono strumenti che migliorerebbero la vita nelle nostre città, favorendo inclusione e partecipazione".
Si infiamma nuovamente lo scontro sullo ius soli. Non è più solo il centrodestra, che ha annunciato di voler raccogliere le firme per un referendum abrogativo qualora il ddl fosse approvato, a schierarsi contro il riconoscimento del diritto di cittadinanza ai bambini di immigrati nati in Italia. Anche il Movimento 5 Stelle è pronto a sfidare la sinistra che intende approvato la misura a tutti i costi, anche se rischia di dividere profondamente il Paese. A scendere in campo per difendere la legge sulla cittadinanza ci sono, però, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, secondo cui si tratta di "un atto di civiltà" perché "i bambini hanno diritto alla cittadinanza", e il Vaticano. "La Chiesa ha chiesto una nuova legge, la riteniamo indispensabile", ha spiegato in una intervista a Repubblica il presidente della fondazione Migrantes della Cei, Monsignor Gian Carlo Perego.
Per il Vaticano la legge sulla cittadinanza va adeguata perché, è l'opinione di monisgnor Perego, "non considera ciò che il nostro Paese oggi è diventato, i suoi cinque milioni di migranti e una mobilità cresciuta". Proprio per questo considerano lo ius soli e lo ius culturae "strumenti che migliorerebbero la vita nelle nostre città, favorendo inclusione e partecipazione". Nell'intervista monsignor Perego critica chi si oppone al provvedimento: "Forse questo tipo di contestazione fa guadagnare voti, ma non aiuta il Paese. Seminare panico e confusione non serve. E poi - incalza - perché non votare una legge giusta soltanto perché ci sarebbero altre presunte priorità? Questa legge - conclude - aiuterebbe diversi ragazzi a trovare più facilmente lavoro e aiuterebbe la nostra economia".
Dello stesso avviso monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei: "Siamo preoccupati per come si sta affrontando questo problema, persino con gazzarre ignobili in Aula, sono temi molto importanti. Ci sta che qualcuno sia contrario. Ma vedo che c'è chi ha cambiato idea. E ora fa politica unicamente per rincorrere il proprio successo, perché vuol fare solo il proprio interesse".
La risposta della Lega Nord non si è fatta attendere. "Stupisce la netta presa di posizione della Cei che invoca l'approvazione della legge che introdurrebbe lo ius soli e lo ius culturae" perché "raramente dalla Cei abbiamo sentito prese di posizione altrettanto dure e nette davanti ai tanti problemi che affliggono milioni di nostri cittadini in un'Italia che ha una disoccupazione generale all'11,5%, con una disoccupazione giovanile che sfiora il 40%, e oltre sei milioni di italiani con una pensione minima sotto i mille euro", ha dichiarato Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e responsabile organizzazione e territorio della Lega Nord, secondo cui dei veri problemi degli italiani dovrebbe "occuparsi e preoccuparsi una Chiesa che vuole stare dalla parte degli ultimi, dei poveri, di chi è in difficoltà".
"L'attuale legge sulla cittadinanza funziona, eccome se funziona - fa notare il senatore leghista - dato che in due anni abbiamo concesso 385 mila nuove cittadinanze, il numero nettamente più alto in Europa: non bastano ai nostri vescovi più di 200 mila nuovi cittadini italiani l'anno?
Cari vescovi, pensate a quei tanti italiani senza lavoro, senza una casa, senza una pensione dignitosa e lasciate che sia il Pd, a corto di idee e di voti, a pensare a coltivarsi il bacino elettorale degli immigrati...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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