Il mercato dell'accoglienza nel nostro Paese non conosce crisi. Anzi il decalogo degli impegni di spesa si arricchisce sempre di nuovi capitoli. Ogni scusa sembra buona al governo giallorosso per aprire i cordoni della borsa in favore degli stranieri. Oltre alla periodicità di quelli che sono gli esborsi standard per la gestione della mera ospitalità nei centri, per la complessa analisi dei requisiti al fine di concedere il permesso di soggiorno, l'interpretariato, l'assistenza sociale e sanitaria e l'erogazione del pocket money settimanale si devono affiancare anche le spese per le ristrutturazioni dei centri di accoglienza, gli arredi e l'adeguamento degli impianti a norma di legge. Solo in questo primo mese dell'anno sono stati messi a disposizione ben oltre 9 milioni (precisamente 9.263.456 euro). Sommandoli agli ultimi due anni si superano i 18 milioni solo in tre regioni: Puglia, Calabria, Sicilia. Affidamenti in appalto s'intende che in alcuni casi toccano anche prezzi da capogiro, nemmeno fossero loft in centro città: dai 3 mila agli oltre 4 mila euro a metro quadrato solo per il rifacimento degli interni.
È il caso limite dell'hotspot di Lampedusa dove per la ristrutturazione degli alloggi si sborsano 5milioni e 200 mila euro, in pratica per i 1.200 metri quadri di superficie si arriva a conteggiarne 4mila e 400 euro a metro quadrato. Nemmeno s'impiegassero marmi, parquet, Jacuzzi con tanto di architettura d'interni. Ma tant'è. Una spesa pressoché folle contando che nel 2018 sono stati impegnati altri 2 milioni e nel 2017 altri 980 mila euro sempre per i rifacimenti murari. Tuttavia però, almeno leggendo il bando di gara, è venuto fuori che i lavori non erano stati completati e allora via, altri soldi. Per il Cpr (Centro di permanenza e rimpatrio) di San Gervasio, a Potenza, si spenderà un po' meno. La ristrutturazione costa 3.152.365 euro, vale a dire che per un migliaio di metri quadri si spendono 3 mila e 100 euro a mq. Sempre tanto, troppo. Meno impegnativo è l'impiego di risorse per il Cpr di Caltanissetta: 852.244 euro.
Ma qui c'è l'inghippo. Infatti i lavori interessano solo l'ampliamento di un'ala dell'intera struttura. Eppure le modalità per risparmiare sui rifacimenti ci sarebbero eccome contando che nei 14 mesi di ministero a guida leghista, Matteo Salvini, aveva dato indicazioni per ridimensionare il mega appalto dell'hotspot di Lampedusa riducendo i costi di manutenzione. Altrettanto aveva fatto per il Cara di Mineo. Malgrado le revoche siano riportate sul sito web di Invitalia, la centrale di committenza del ministero dello Sviluppo economico, di fatto però sono state bloccate per ripristinare il vecchio tetto di spesa doppiamente dispendioso. Insomma, senza girarci troppo attorno, in parallelo all'opera di smantellamento dei decreti Sicurezza si parte con le attività edilizie per le strutture d'accoglienza che, con la nuova stagione primaverile, si dovranno preparare a ospitare i prossimi, nuovi arrivati. Poco c'è voluto a ridurre quasi a zero quel tesoretto prodotto dai tagli messi in campo da Salvini: quasi mezzo miliardo di euro prodotto dai nuovi limiti posti ai capitolati per le tariffe giornaliere (dai 35 ai 26 euro pro capite pro die), la riduzione degli sbarchi (di oltre l'80%) e le opere murarie appunto.
E poi c'è ancora chi mette in dubbio che il nostro Paese annualmente, con i ministeri Alfano e Minniti, era arrivato a toccare, per la sommatoria dei capitoli di spesa relativi all'accoglienza, oltre 5 miliardi di
euro. Già. Perché, se si analizzano i dettagli delle poste, l'ospitalità degli immigrati non comprende solo vitto, alloggio e mini sussidio ma una serie di servizi complessivi sempre più gravosi per le casse dell'erario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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