Swissleaks , il catalogo è questo. L' Espresso nel numero oggi in edicola pubblica i nomi degli italiani più o meno famosi inseriti nella cosiddetta lista Falciani, dal nome dell'impiegato della filiale svizzera della banca Hsbc che anni fa copiò e rese disponibile l'elenco degli intestatari dei conti. Sono 7.499. Nomi stranoti, noti e sconosciuti. Tutti potenziali - e ripetiamo: potenziali - evasori fiscali. Già, perché trasferire denaro in Svizzera non è di per sé un reato: purché le somme vengano indicate nella dichiarazione dei redditi oppure si viva all'estero. E, a proposito, la cifra totale dei depositi degli italiani di casa nella filiale di Ginevra della Hsbc era, nel fermo immagine di Falciani del 2007, di 6,5 miliardi di euro.
Ripetiamo: l'elenco non è una messa all'indice, una gogna mediatica. Però un pochino imporpora le guance della sinistra con la morale sempre in saccoccia. Perché spuntano anche due nomi, anzi due cognomi di politici legati al Pd. L'uno è Civati, come Pippo anzi Giuseppe, parlamentare democratico che ha anche corso per la segreteria del partito contro Matteo Renzi e che di questi è tra gli oppositori interni (pur se ora ammansito). E l'altro è Davide Serra, che politico non è, ma di Renzi è tra i grandi finanziatori.
Partiamo da Pippo Civati , uno che della lotta all'evasione fiscale ha fatto un cavallo di battaglia. Uno che ha cercato di crocifiggere Matteo Renzi per quel sospetto ridicolo di aver voluto favorire Berlusconi nel decreto sulla delega fiscale della vigilia di Natale. Peccato che papà Roberto, 72 anni, già amministratore delegato di importanti aziende, aveva nel 2007 un conto con 6.589 dollari nella patria del segreto bancario. «Il motivo per cui compare anche il mio nome - spiega Civati - dipende unicamente dal fatto che mio padre ha aperto quel conto nel 1.994 indicandomi come procuratore, insieme a mia madre, in quanto eredi». Civati aggiunge di «non aver mai avuto alcuna informazione», di questo conto, regolarmente dichiarato nel bilancio di una società del padre e peraltro estinto nel 2011. Quanto a Davide Serra , imprenditore, finanziere, ad del fondo Algebris, finanziatore di Renzi nelle primarie 2012 (perse) e in quelle 2013 (vinte), è residente all'estero, quindi legittimatissimo al conto nella spregiudicata Hsbc, e garantisce la totale trasparenza e il rispetto delle leggi fiscali inglesi. Della morale politica italiana poco gli importa.
Ma l'elenco della edizione italiana di Swissleaks è lungo e il dovere di cronaca ci impone di fare i nomi più noti. Ci sono vip già usciti, come lo stilista Valentino Garavani e il campione di motociclismo Valentino Rossi . E poi tanti altri, quasi tutti contattati dal settimanale, al quale hanno fornito la loro spiegazione. C'è il presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi , che parla di un investimento personale regolarmente denunciato. C'è l'ad di Benetton Eugenio Marco Airoldi , che spiega i soldi su quel conto allo stesso modo. C'è l'immobiliarista Manfredi Catella , che giustifica i 922mila dollari che nel 2007 giacevano alla Hsbc goevrina con un'eredità sulla quale ha pagato le tasse in Italia. C'è lo scomparso costruttore Bruno De Mico , a cui si riferisce la somma più ingente (606 milioni di dollari). C'è l'ex rettore della Bocconi Luigi Guatri . C'è il politico scomparso Giorgio Stracquadanio . C'è il sondaggista Renato Mannheimer , che dice di non ricordare nulla di quel conto. C'è il presidente del gruppo «I Grandi Viaggi» Luigi Maria Clementi . Ci sono lo stilista Roberto Cavalli, che fa sapere che è tutto in regola, e l'ex direttore dell'autodromo di Monza Enrico Ferrari. C'è l'ex colonnello dei Ros dei Carabinieri Giuseppe De Donno, titolare di un conto con poche migliaia di euro che, spiega all' Espresso , era legato a un «piccolo investimento di circa 5mila euro fatto da mio padre a mio nome».
C'è poi una vecchia conoscenza di Tangentopoli, l'architetto Silvano Larini , a cui si riferisce un conto con quasi due milioni di euro ma che, contrariamente a molti soggetti interessati, non può più spiegare la sua posizione vivendo in Polinesia. C'è la giornalista Ludina Barzini , a cui si riferisce un conto che nel 2007 conteneva oltre 7 milioni di dollari ma che non ha nulla da dichiarare. C'è l'attrice Stefania Sandrelli , che recita un copione da cinema muto richiesta dai giornalisti dell'Espresso di spiegare quel conto Hsbc da 425mila dollari. Così come non canta Ornella Vanoni, pure lei nella Falciani's list. E tace anche Eleonora Gardini , figlia di Raul (722mila dollari nel suo conto svizzero).
Ancora una donna, ancora silenzi: Marina Nissan , vicepresidente del Bolton Group, a cui appartengono marchi stranoti come il tonno Riomare e Borotalco, non vuole spiegare quei 3 milioni di dollari e passa lasciati a riposare in terra elvetica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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