"Il padre di Lotti firmò il mutuo per il padre di Renzi"

Spuntano le carte che dimostrano gli intrecci tra i genitori del premier e del sottosegretario Luca Lotti

"Il padre di Lotti firmò il mutuo per il padre di Renzi"

Le colpe dei padri non devono ricadere sui figli. In questi giorni il premier Matteo Renzi e Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, sperano che questo vecchio adagio valga anche per loro.

Oggi, infatti, si è conclusa l’udienza fissata dal gip di Genova nell’ambito del processo sulla bancarotta della Chil Post, la società di marketing guidata da Tiziano Renzi che ha sede nel capoluogo ligure. Il giudice deve decidere se archiviare il caso, come richiesto dal pm per mancanza di prove, oppure se dare corso al processo o pretende un supplemento di indagini. La novità emersa in queste ore è la divulgazione da parte di Giovanni Donzelli, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, dei documenti che provano come Marco Lotti, padre del sottosegretario, nel 2009, in qualità di dirigente della banca Bcc di Pontassieve abbia concesso un mutuo da 697mila euro, erogato alla Chil Post con la garanzia di Fidi Toscana il 22 luglio 2009, proprio il giorno in cui Renzi vinse le elezioni comunali di Firenze.

"Le carte dicono che i debiti dell'azienda di famiglia di Renzi sono stati pagati dai cittadini e non dalla famiglia di Renzi grazie a delle carte, dei pareri e dei mutui concessi da una banca, la Bcc di Pontassieve. E la firma ce l'ha messa Marco Lotti" ha spiegato Donzelli ricordando che la garanzia era stata concessa da Fidi Toscana, la finanziaria della Regione Toscana. Il consigliere regionale, inoltre, sostiene che il tutto sia avvenuto “negli stessi giorni in cui il figlio Luca diventava il capo della segreteria politica di Matteo Renzi appena eletto sindaco”.

"A quanto pare – continua Donzelli - inoltre non solo il papà di Renzi ma ora anche quello di Lotti (che però non è indagato ndr) ha omesso di comunicare alla Regione i mutamenti societari che trasformarono la Chil da un'azienda femminile e toscana, ad una maschile e ligure, elementi che avrebbero comportato la perdita dei requisiti necessari ad ottenere la garanzia da Fidi Toscana" ma l’ente non verificò mai i cambiamenti societari avvenuti dentro l’azienda di famiglia di Renzi.

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