Cia e sicurezza nazionale, Donald premia la destra

Mike Pompeo è un fedele del suo ex rivale Marco Rubio Il generale Flynn fa discutere per le simpatie verso Putin

Jeff Sessions e Mike Pompeo
Jeff Sessions e Mike Pompeo

I primi tre assi calati sul tavolo dal presidente eletto Donald Trump per formare la sua amministrazione non lasciano dubbi. Il segretario alla giustizia incaricato, Jeff Sessions ed il capo della Cia, Mike Pompeo sono due alfieri della destra repubblicana. Per insediarsi dovranno passare il vaglio del Senato. L'ex generale Michael Flynn, silurato dal presidente uscente Obama, è stato nominato Consigliere per la sicurezza nazionale, un ruolo cruciale di coordinamento fra Casa Bianca, intelligence e Pentagono.

Ed oggi potrebbe uscire il poker a sorpresa. Trump incontra l'ex acerrimo rivale nella nomination repubblicana, il mormone Mitt Romney. I due nella corsa alle primarie si sono pesantemente insultati. Nonostante ci siano altri tre candidati in lizza potrebbe essere proprio Romney il nuovo segretario di Stato suggellando così un patto d'acciaio con l'ala del partito che non ha mai digerito Trump.

Sessions, 69 anni, ex procuratore generale dell'Alabama, è stato il primo senatore repubblicano ad appoggiare a spada tratta la corsa del miliardario alla Casa Bianca. Il vero duro sull'immigrazione clandestina, l'estensione del muro con il Messico, il no all'aborto e alla parità con i gay è proprio Sessions. Negli anni Ottanta delle pelose accuse di razzismo gli costarono il posto come giudice federale.

Il capo incaricato della Cia è l'italo americano, Mike Pompeo, 52 anni, non proprio un fedelissimo di Trump della prima ora. Il deputato del Kansas aveva appoggiato Marco Rubio e criticato il futuro presidente per le battute sessiste. Ex ufficiale di West Point, che ha servito in Europa prima della caduta del muro di Berlino, Pompeo è arrivato al Congresso nel 2010 con l'ondata conservatrice dei Tea party anti Obama. Il giorno prima della nomina ha lanciato un tweet contro il patto sul nucleare con l'Iran sostenendo di «non vedere l'ora di tirarsi fuori da un accordo tanto disastroso con il principale Stato sostenitore del terrorismo al mondo».

Non ha bisogno di nessuna conferma parlamentare la nomina di Flynn, 57 anni, a Consigliere per la sicurezza nazionale, che curiosamente è iscritto nelle liste elettorali come democratico. Ex ufficiale delle operazioni speciali contro i terroristi in Iraq e Afghanistan ha comandato la Defence intelligente agency per due anni. Nel 2014 Obama l'ha silurato grazie alle manovre di James R. Clapper, capo dell'intelligence nazionale, che 48 ore fa si è dimesso. Secondo Flynn il presidente l'ha fatto fuori perché non voleva piegarsi alla sottovalutazione dell'espansione dell'Islam radicale della Casa Bianca. Il chiodo fisso del generale è la lotta al terrorismo ribadita più volte in campagna elettorale da Trump. E per farlo ci si può alleare anche con la Russia di Putin. L'ex alto ufficiale ha partecipato a pagamento all'anniversario a Mosca di Rt, la rete in lingua inglese finanziata dal Cremlino, seduto al fianco di Putin. Flynn, vicino al regime egiziano e turco, aveva dichiarato in campagna elettorale, che Fetullah Gülen, accusato del fallito golpe da Ankara, doveva venire estradato dagli Stati Uniti.

Alla vigilia delle nomine roventi Trump ha annunciato via tweet di aver «appena ricevuto una chiamata del mio amico Bill Ford (il presidente della Ford, William Clay Ford Jr.), che mi ha informato che manterrà l'impianto delle Lincoln in Kentucky, non in Messico». Un cavallo di battaglia per conquistare gli elettori e la Casa Bianca, anche se la Ford voleva spostare solo una linea di utilitarie.

La «minaccia» di Trump di imporre una tassa del 35% sui beni americani assemblati all'estero deve aver indotto il colosso automobilistico a soprassedere. E pure Apple sta studiando di riportare negli Stati Uniti, almeno una parte della sua produzione, per evitare di finire sotto la mannaia fiscale del nuovo presidente.

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