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Il ciclone Salvini a Innsbruck: "Soldi all'Africa, meno sbarchi"

Incontro positivo con il tedesco Seehofer: l'Italia punta a cambiare le regole delle missioni navali. Oggi vertice

Il ciclone Salvini a Innsbruck: "Soldi all'Africa, meno sbarchi"

«M eno sbarchi, meno morti e più controlli alle frontiere. Tre passi avanti verso l'obiettivo comune di Italia e Germania: avere meno clandestini». Un incontro fruttuoso quello con Horst Seehofer, assicura il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, il consolidamento di un asse italo-tedesco che punta a blindare i confini esterni dell'Europa. Non quelli del Brennero, assicura Salvini, che saranno oggetto oggi dei colloqui con l'austriaco Kickl.

La Germania, afferma il leader del Carroccio, appoggerà le richieste dell'Italia: il cambiamento delle regole delle missioni navali, puntando a distribuire subito i migranti che sbarcano in Italia, e poi la richiesta di maggiori fondi da destinare alla difesa dei confini esterni, quindi all'Africa e principalmente alla Libia. «Con Seehofer ci rivedremo in luglio. Abbiamo affrontato anche il tema delle missioni navali europee, ora tutti quelli che arrivano in Italia, restano qui. Non sarà più così», promette Salvini anche se per ora appunto siamo alla fase delle richieste e delle promesse sulle quali pesano molti interrogativi. Ad esempio i possibili sviluppi degli accordi bilaterali con i Paesi africani ai quali il vicepremier chiede di accettare «l'espulsione dei propri cittadini clandestini» per ottenere aiuti. Oltre naturalmente alla distanza tra le posizioni di Seehofer e quelle di Angela Merkel. Lo stesso Salvini infatti precisa di «voler vedere i fatti». Ad esempio quale sarà la risposta alla richiesta di cambiare «la missione europea Sophia che ha portato 45mila immigrati in Italia».

Il ciclone Salvini è sbarcato ieri a Innsbruck dove oggi si terrà l'incontro dei ministri dell'Interno europei dopo aver già annunciato il suo obiettivo, ribadito al termine dell'incontro con il «duro» Seehofer: «Che in Italia entri una persona in meno rispetto a quelle che devono uscire». Dunque sembra che l'asse tra Salvini e il suo omologo tedesco sia saldo, allentando così quello tradizionale con la Francia.

Il viaggio del leader della Lega in Austria è stato preceduto da un gran rullare di tamburi. Il premier Giuseppe Conte si è affannato a ripetere che il governo parla con una «voce sola» ma la sensazione è che l'unica voce percepibile sia quella del ministro dell'Interno, come quando ieri ha ribadito che la Diciotti avrebbe potuto attraccare «solo dopo aver fatto i nomi dei finti profughi che invece che in un albergo finiranno in galera».

E prima di partire per Innsbruck il leader del Carroccio aveva distribuito la solita dose di bastonate, virtuali, ai suoi colleghi ministri rivendicando il risultato della diminuzione degli sbarchi. Subito dopo l'incontro con Conte ieri mattina sia il premier sia Salvini avevano ribadito il pieno accordo del governo. Non appena uscito dal colloquio però Salvini pur negando che vi fossero frizioni interne ha ribadito la necessità di bloccare l'afflusso dei migranti in polemica con le dichiarazioni rilasciate dal ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, che intervistata dall'Avvenire aveva detto «la parola accoglienza è bella». Non solo. Salvini aveva pure rintuzzato le dichiarazioni dell'altro vicepremier, Luigi Di Maio, che aveva aperto alla possibilità di far attraccare nei porti italiani le ong «che rispettano le regole». Ipotesi bocciata da Salvini. L'instancabile titolare del Viminale ieri ha anche postato sulla sua pagina Facebook una foto con una scritta minacciosa apparsa su un muro a Parma. «Non sparate a salve, sparate a Salvini», la scritta liquidata dal vicepremier con un tweet: «Mi fanno pena.

Io non ho paura, andiamo avanti».

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