«Noi ci siamo stati. Abbiamo visto. Sappiamo. E, adesso, raccontiamo». A dieci anni esatti dal primo Vaffa Day arriva Supernova. Com'è stato ucciso il M5s, scritto dai due ex Nicola Biondo (già capo del'ufficio comunicazione M5S alla Camera) e Marco Canestrari (informatico, fino al 2010 dipendente della Casaleggio Associati). Un racconto, con testimonianze inedite, su come il M5s abbia «tradito uno per uno i suoi principi, trasformandosi in un partito taxi, uno strumento per la carriera personale, nel massimo dell'autoritarismo possibile» per fondare «una nuova leadership che mandi in soffitta i fondatori Grillo e Casaleggio». Un viaggio «nella casta degli anticasta che potrebbe governare l'Italia tra pochi mesi». Ecco alcune chicche dal libro.
GIANROBERTO È PAZZO
All'inizio, Grillo inviava i testi via fax alla Casaleggio e lì venivano corretti e pubblicati. Presto però il guru prende in mano il blog e «diventa l'ideatore di quasi tutte le campagne proposte da Grillo». Di lui il comico dice a Canestrari: «È pazzo! È completamente pazzo!».
«IO SONO COME LICIO GELLI E CUCCIA»
La frase di Gianroberto Casaleggio quando, nel 2007, cura la comunicazione dell'Idv di Antonio Di Pietro. «Io sono come un Licio Gelli buono, ma riservato come Cuccia. Se riesco a portare Di Pietro al 10% il Paese cambia».
IL BOOM DEL 2013: «E ORA COSA FACCIAMO?»
La telefonata di Grillo a Casaleggio la mattina dopo che il M5s prende il 25% alle politiche del 2013. «Pronto, Beppe?». «Gianroberto, sono io. Abbiamo vinto. E adesso cosa facciamo?». Istrionico, ma anche svuotato dopo un tour massacrante, Grillo non aveva la minima intenzione di scendere a Roma, e voleva restare nella sua casa di Sant'Ilario, «a curare l'orto: ho la lattuga che mi scappa da tutte le parti».
I PARLAMENTARI M5S? «NON SONO ALL'ALTEZZA»
A preoccupare i due fondatori era il gruppo parlamentare. «Abbiamo un dieci per cento di Scilipoti...» dice Grillo. «Il gruppo parlamentare non è all'altezza. Non potevamo candidare persone molto brave ma già elette negl enti locali. Le elezioni ci hanno colto di sorpresa e le nostre liste sono state riempite alla rinfusa» confida invece Casaleggio a Nicola Biondo. «Loro sono lì per il MoVimento, non devono fare politica, non tocca a loro, sono solo lo strumento di un programma e devono rispettare le regole che hanno sottoscritto. Grazie al MoVimento hanno avuto uno stipendio e un minimo di visibilità, chi non ci sta si accomodi fuori».
FRANCESCANI DA 13MILA EURO AL MESE
Inizi di maggio 2014. «Poche sere fa Beppe era a Roma. Eravamo a cena. Incalzato da una serie di racconti di alcuni miei colleghi, ha detto una cosa che mi ha lasciato stupefatta. Con la vita di merda che fate a Roma, tremila euro sono pochi. Se oggi qualcuno mettesse a paragone l'entità delle restituzioni di quel periodo con quelle odierne, capirebbe tutto. Le rendicontazioni prive di qualsiasi controllo e autoreferenziali sono insieme arma e luogo del delitto del francescanesimo, della lotta ai privilegi, del MoVimento. Oggi quasi tutti i parlamentari hanno uno stipendio in busta di circa tremila euro ma ne percepiscono tra i settemila e i diecimila al mese per le spese. E si definiscono francescani».
DI MAIO: «QUANDO SARÒ A PALAZZO CHIGI...»
«Nel 2015, io e Di Maio decidemmo di andare alla mensa di Piazza San Silvestro e passammo quindi sotto Palazzo Chigi. Luigi puntò l'indice verso il balcone. Quando saremo lì disse sorridendo tu verrai con me, non mi fido di lasciarti a Montecitorio Il ragazzo aveva le idee chiare. Fin da subito».
LO SBIANCAMENTO DENTALE
Racconta Dario Tamburrano, europarlamentare M5s, di professione dentista: «Rocco Casalino (capo comunicazione al Senato, ndr) mi ha portato in studio un sacco di parlamentari. Per tutti sbiancamento dei denti e cura delle carie. Per me va bene, ma quel fare untuoso, questa cura davvero eccessiva della forma. Mi sbaglierò, ma sento una strana aria in giro». Dalla rivoluzione morale allo sbiancamento dentale.
FICO: «SIAMO VENDITORI DI SLOGAN»
Il deputato Roberto Fico, sbotta in privato con Nicola Biondo: «Ma dove stiamo andando? Che cosa stiamo diventando? Stiamo diventando venditori di slogan, buffoni da mettere davanti alle telecamere. Non è questo quello che dobbiamo fare...».
LA SCALATA DI LUIGINO
Il suo mondo si divide «tra chi è sfigato e chi non lo è», parole sue. Sinonimi di sfigato: chi critica, chi non veste in giacca e cravatta, chi nutre dubbi. Racconta un insider grillino: «L'arma vincente della scalata di Di Maio è stata quella di escludere ogni discussione dal gruppo parlamentare. O sei con lui o sei contro, in un brutto alone di omertà, che poco ha a che fare con l'Onestà». Di Maio governa col do ut des. È molto riconoscente con chi gli riferisce pettegolezzi interni al Movimento. «Racconta una storia interna al Rampollo e raggiungerai il paradiso per sempre entrando nelle sue grazie».
LADY DI MAIO E IL CAPPELLINO
Dopo il flop del M5s alle Europee, in una riunione dei parlamentari Silvia Virgulti, fidanzata di Di Maio, dice: «Le elezioni le abbiamo perse per il look lugubre di Casaleggio con il suo cappellino (Casaleggio era malato di tumore, ndr)». Gelo tra i presenti. Poco dopo un deputato va a complimentarsi con la Virgulti. È Alessandro Di Battista.
LA RAGGI COSTRUITA IN LABORATORIO
A Grillo non interessava Roma: «Se la tenessero...» dice di fronte a molti testimoni. Il candidato nel 2016 viene deciso da Casaleggio, con una telefonata alla Raggi: «Abbiamo pensato a te per la candidatura a sindaco di Roma. Te la senti?». Viene deciso che Daniele Frongia sarà il vicesindaco. E così avviene. «È la democrazia diretta.
Nel senso che è diretta da Milano».UN CONTROLLO SUI VOTI ON LINE? «COL C...O»
Quando viene chiesto a Casaleggio di far verificare le votazioni online del M5s da un ente terzo, la sua risposta è: «Col cazzo che faccio entrare una società estranea nel mio database».
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