Napoli Il subcomandante Giggino in lode di Maduro il sanguinario. Sul sito del «Ministerio del Poder Popular para Relaciones Exteriores» (una specie di incrocio tra Ministero degli Esteri e Dipartimento della cooperazione internazionale di Caracas) c'è una bella fotografia del presidente del consiglio comunale di Napoli, il post-comunista Sandro Fucito, a corredo di un articolo che parla della solidarietà espressa dal «sindaco di Napoli alla Costituente del Venezuela».
Proprio la Costituente voluta dal presidente baffuto che sta arrestando i suoi avversari politici, sparando sui civili, cacciando i magistrati sgraditi e provocando una crisi internazionale con Stati Uniti e Unione europea dagli esiti imprevedibili. Ecco, in questo scenario, il Comune di Napoli dice sempre il portale online del Governo non solo appoggia apertamente la Costituente ma addirittura chiede rispetto per l'esito delle contestate votazioni del nuovo organismo che hanno di fatto azzerato e ribaltato l'esito delle politiche di due anni fa; uno strumento asfissiante di potere e di controllo politico-poliziesco che servirà al dittatore in mimetica a riscrivere la Costituzione e, soprattutto, a svuotare dei poteri il Parlamento, oggi in mano alle opposizioni. L'occasione per l'assist di Palazzo San Giacomo al leader bolivariano è stata la visita di Fucito all'ambasciata a Roma, dove è stato accolto con tutti gli onori. Ai diplomatici, il numero uno del parlamentino arancione ha espresso tutto il suo disappunto c'è sempre scritto nel resoconto del Ministerio per le intimidazioni degli odiati yankee nei confronti di Caracas e l'invito alla comunità mondiale ad accettare il risultato delle urne che ha visto trionfare il riformismo sanguinario di Maduro.
Scivolone? Ignoranza? Semplice superficialità? Vero è che Giggino ha una speciale predilezione per gli affari esteri, e lo dimostrano non solo l'attivismo con cui riceve delegati e consoli nelle stanze municipali; non solo il suo personalissimo giro del mondo in fascia tricolore che, in questi anni, lo ha portato dalla Palestina a New York a San Francisco, da Vienna a Barcellona, da Amburgo a San Pietroburgo a Baku, in Azerbaijian; ma anche il lirismo social con cui, di solito nelle prime ore della notte, si paragona a Che Guevara o a Emiliano Zapata.
Proprio ieri, peraltro, Giggino è tornato a dare lezioni di geopolitica su Facebook con una stoccata al «collega» di Washington, quello che abita alla Casa Bianca.
«Il pericoloso cambiamento climatico (caldo e siccità spaventosi) è ormai dura e tragica realtà ha scritto pensoso il sindaco di Napoli e Trump si ritira dall'accordo sul clima di Parigi: interessi economici di pochi che prevalgono sull'interesse dell'umanità».
«Non consentiamo più a pochi, seppur potenti, di decidere il destino dei popoli, ai popoli invece è il suo consiglio il potere di decidere. La lotta per la difesa della Natura vale una vita, è per la vita».Nicolàs Maduro ne sarebbe orgoglioso. I cittadini alla fermata in attesa dei pullman che non passano un po' meno. È la rivoluzione, bellezza.
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