Al Colosseo schiaffo ai turisti: di nuovo chiuso per assemblea

Per l'ennesima volta cancelli sbarrati senza preavviso. Visitatori inferociti: "Abbiamo preso il biglietto ieri, potevano dircelo". E le informazioni le danno i centurioni

Al Colosseo schiaffo ai turisti: di nuovo chiuso per assemblea

Vaglielo a spiegare ai turisti stranieri che a Roma può capitare di trovare il monumento simbolo della capitale chiuso per assemblea sindacale. Era già successo, sempre al Colosseo, nel 2013 e lo scorso 23 luglio, e anche a Pompei, due mesi fa, quando migliaia di turisti sono rimasti fuori dagli scavi. «Non accadrà mai più», aveva detto il ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini.

E invece eccoci qui, a mostrare al mondo ancora una volta la nostra inadeguatezza, con 5mila turisti obbligati ad aspettare tre ore sotto il sole davanti ai cancelli sbarrati mentre il personale protestava per gli arretrati non pagati. Ad informare i visitatori, oltre ai centurioni scambiati per un ufficio informazioni, solo due avvisi piazzati oltre il cancello d'ingresso: «Chiusi per assemblea, riapriremo alle 11». Lo stesso al Foro Romano, al Palatino, alle Terme di Diocleziano e a Ostia Antica. Con tanto di errore nella versione inglese dove si parlava di chiusura «from 8,30 am to 11 pm», dunque della sera. Un dettaglio che ha aumentato la confusione tra gli stranieri che cercavano di farsi largo tra la folla per cercare di capire cosa stesse accadendo. «What's going on?», chiedevano spaesati i visitatori, soprattutto americani, inglesi, tedeschi e cinesi, molti dei quali con i biglietti già acquistatati on line, pensando così di saltare la fila. Invece i cancelli era sbarrati, le prenotazioni saltate e le code accumulate inverosimili. «Abbiamo giusto due giorni, Roma è grande, avremmo fatto altre scelte», lamenta una donna polacca. Un gruppo di inglesi non si capacita: «Abbiamo comprato il biglietto sul sito ieri, potevano scriverlo almeno lì, ci saremmo organizzati». «Ma è uno scandalo, come si fa a chiudere il Colosseo?», si chiede una coppia di turisti mentre cerca di capire quale fila seguire. Qualcuno rinuncia, molti si mettono pazientemente in coda e aspettano. Sono confusi anche i rappresentanti delle forze dell'ordine, neanche loro erano stati avvertiti. «Abbiamo preso i biglietti due settimane fa e avevamo programmato la visita per questa mattina - spiega un signore pugliese - oggi (ieri, ndr ) pomeriggio abbiamo il volo per tornare a casa, chi ci rimborserà?». Le guide turistiche cercano di tenere sotto controllo la situazione: «Gli stranieri sono rassegnati, dicono che è scandaloso, che non funziona così in nessun luogo del mondo, che li abbiamo presi in giro facendogli acquistare un biglietto prima, per poi dover fare ancora più fila». Ma anche quando non ci sono emergenze, al Colosseo le cose non sono poi così diverse, ci sono sempre molti disagi per i visitatori, legati soprattutto alla gestione delle file e alla mancata separazione dei percorsi per chi ha già i biglietti e per chi deve ancora comprarli. «Spesso - raccontano le guide - chi li ha acquistati prima, si ritrova a fare più coda di chi non ce l'ha».

Il sovrintendente del Colosseo e dell'area archeologica di Roma, Francesco Prosperetti, che deve convivere con le rivendicazioni del personale ma ora anche allinearsi alla

presa di posizione del ministro Franceschini, dice che non poteva bloccare l'assemblea. E che non si è trattato di una chiusura «ma di un'apertura ritardata». Per il sindaco Ignazio Marino: comunque uno «sfregio all'Italia».

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