Nella sua lotta per lasciare i porti aperti alle navi delle ong che salvano i migranti, il presidente della Camera Roberto Fico trova un alleato inatteso: il comandante Gregorio De Falco, senatore a Cinque Stelle e già noto alle cronache per essere stato l'uomo che durante le ore drammatiche del naufragio della Costa Concordia ordinò perentoriamente al capitano Francesco Schettino di tornare a bordo della nave e coordinare le operazioni di soccorso.
Il comandante eletto a Palazzo Madama tra le fila dei grillini non rinuncia a dire la propria su un argomento che, per evidenti ragioni, non può non stargli a cuore: il salvataggio dei naufraghi in mare.
"C'è una differenza fra migrazione e naufragio - spiega De Falco - La prima è burocrazia, il secondo implica un soccorso umanitario. Non si possono chiudere i porti. Il problema è la vita di queste persone."
"Ora dobbiamo capire se in Libia sono in grado di gestire e coordinare autonomamente le operazioni in mare meglio delle Ong e della Guardia costiera. Il Movimento non deve lasciare campo libero", prosegue.
La responsabilità della decisione di un'eventuale chiusura dei porti è contesa fra il ministro dell'Interno Matteo Salvini e quello delle Infrastrutture Danilo Toninelli, del M5s.
E nonostante per ora i due si siano attestati sulla medesima linea, nelle scorse ore fra i due ministeri si è registrato qualche attrito: dal palco della festa di Pontida il leader leghista ha rivendicato a sè questa prerogativa ma dal collega pentastellato è arrivata a stretto giro una smentita. Ed ora le dichiarazioni di De Falco rischiano di scavare ulteriormente il solco che già esiste fra leghisti e stellati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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