Comprereste un'automobile dalla cancelliera Angela?

La Volkswagen ha barato. È un gruppo a controllo privato. Ma è quotato in Borsa e lo Stato, attraverso la Bassa Sassonia (secondo Stato federale di Germania) ha il 20% e poteri di veto. Saremmo allora curiosi di sapere da Merkel come sono andate le cose

Comprereste un'automobile dalla cancelliera Angela?

Il gruppo Volkswagen ha ammesso di avere manipolato le dichiarazioni sui valori inquinanti delle emissioni di scarico per una serie di modelli venduti negli Usa. E non sono noccioline. Le accuse riguardano Golf e Audi A3 dal 2009 al 2015 e la Passat dal 2014. Si tratta di auto diesel. E l'errore commesso dai manager Volkswagen è il frutto di una scelta precisa, perché i nuovi motori diesel venduti negli Stati Uniti, come sottolineano gli esperti, «hanno rappresentato un'opzione strategica» per permettere ai tedeschi di aggredire il mercato americano dove i vincoli sulle emissioni sono assai rigidi. Tutto chiaro? Il maggiore produttore europeo di auto per crescere ha ingannato concorrenti, autorità e consumatori, vendendo prestazioni migliori a parità di inquinanti, quando invece questi ultimi erano maggiori. Ma come noto gli americani su queste cose non scherzano e ora il gigante di Wolfsburg rischia una multa di 18 miliardi di dollari. Che fa circa 15 miliardi di euro, quasi un punto del nostro Pil, quanto il governo Renzi sta cercando per la Legge di stabilità. E ieri il titolo Volkswagen ha perso quasi il 18% del suo valore, bruciando 15 miliardi della sua capitalizzazione. Ma al di là dei numeri, quello che ci pare certo è che il re tedesco è ora nudo. Ed è un re con il quale abbiamo a che fare ogni giorno.

Attraverso la cancelliera Angela Merkel abbiamo imparato come si doveva fare a salvare la Grecia. Le regole le ha imposte al resto d'Europa così come i famosi «compiti a casa» che abbiamo dovuto fare tutti. Poco importa che il caso greco sia diventato un problema da 400 miliardi solo perché, sei anni fa, quando il problema era dieci volte più piccolo, Merkel ha deciso che prima bisognava salvare le banche tedesche, mentre il resto veniva dopo. Sempre attraverso Merkel abbiamo improvvisamente scoperto, una decina di giorni fa, che l'accoglienza è un valore fondante dell'Europa. Salvo poi correggersi: accogliamo solo quelli che servono alla Germania, e alla politica della sua cancelliera, spaventata dalle rivolte dei governatori locali. Ora scopriamo che la Volkswagen ha barato. È un gruppo a controllo privato.

Ma è quotato in Borsa e lo Stato, attraverso la Bassa Sassonia (secondo Stato federale di Germania) ha il 20% e poteri di veto. Saremmo allora curiosi di sapere da Merkel come sono andate le cose. Perché il sospetto che i tedeschi abbiano barato anche qualche altra volta, con l'euro prima, la Grecia poi, i migranti adesso, ora si fa più serio.

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