L'idea che sta prendendo forma al ministero dell'Economia è semplice: fai emergere il contante in nero e lo Stato, oltre a un'imposta forfettaria, ti chiederà il favore di comprare un po' di Bot e Btp.
In sostanza, si chiede ai contribuenti infedeli di sostituirsi alla Banca centrale europea di Mario Draghi, che presto terminerà il programma di acquisto di titoli di Stato.
L'intervento è allo studio tra Palazzo Chigi e il ministero dell'Economia, dove si sta preparando la nota di aggiornamento al Def e anche la legge di Bilancio. In sostanza, sarà varata una nuova edizione della voluntary disclosure che questa volta si concentrerà sul denaro in contante. Le modalità sono tutte da definire, ma la filosofia generale è chiara. Una imposta sostitutiva forfettaria e, con tutta probabilità, anche l'obbligo di investire parte del cash che uscirà dalle cassette di sicurezza in titoli di stato.
In questo modo si otterranno due risultati. Primo si farà cassa. Le sanatorie sono ormai una voce importante delle entrate, come ha confermato Maria Elena Boschi. Secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dalla lotta all'evasione arriveranno nel 2017 23 miliardi. Cifra, ha osservato Giovanni Paglia di Sinistra italiana, che comprende anche le entrate da sanatorie. Boschi ha spiegato che nella prossima legge di Bilancio ci sarà la fattura elettronica e anche un'estensione dello split payment. Il pagamento anticipato dell'Iva da parte dell'acquirente. È già inclusa tutta la pubblica amministrazione e le società quotate. Il prossimo step potrebbe essere quello di fare anticipare l'Iva alle società non quotate sopra una certa dimensione.
Boschi ha anche accennato alla questione della voluntary. Occorre «aggredire il contante che è nelle case senza consentire operazioni di pulizia». Riferimento alle procedure previste per la emersione dei contanti in nero, per il quali dovrebbe essere dimostrata la provenienza. Si cerca, insomma, di evitare che si faccia del riciclaggio di Stato.
Secondo obiettivo del governo è piazzare titoli di stato che tra qualche finiranno tutti sul mercato, venendo meno gli acquisiti della Bce. Nei giorni scorsi Iain Stealey, gestore della divisione reddito fisso di JP Morgan Asset Management, aveva detto che ci sono asset dai prezzi gonfiati. L'ennesimo segnale che gli investitori internazionali stanno seguendo la fine del Quantitative easing.
«Le banche d'affari sono pronte.
Non venderanno fino a quando la Bce non farà chiarezza dicendo che il programma di acquisti è finito, ma per loro i prezzi non possono che scendere e non c'è motivo di tenere titoli di stato» dei Paesi del Sud, spiega Emanuele Canegrati senior economist di di BlackPearl FX.Il governo ha ben presente questo rischio e sta cercando potenziali clienti per i titoli del debito monstre dell'Italia. Primi della lista, i contribuenti con contanti in nero.
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