Dopo aver incassato la fiducia del Senato con 171 sì, Giuseppe Conte e i suoi ministri sono andati oggi alla Camera per ottenere il via libera definitivo e ricevere pieni poteri. L'Aula di Montecitorio ha approvato la fiducia con 350 sì e 236 no
Diversi i punti toccati dal premier nel suo discorso, dalla giustizia alla mafia, dall'immigrazione al Sud. Ma anche il reddito di cittadinanza, scuola e banche popolari: "È opportuno distinguere fra banche che erogano credito e sono caratterizzate a livello territoriale, e banche di investimento votate più alla speculazione", ha spiegato, "Anche esperti del settore hanno rimarcato l'opporunità di operare una distinzione sul piano della disciplina. Sicuramente lavoreremo anche alla revisione dei provvedimenti recenti e meno recenti per quanto riguarda il credito cooperativo e per quanto riguarda le banche popolari".
Conte ha poi ribadito che Sud e infrastrutture sono "parti fondanti del programma". "Avere un ministro per il sud è stato un gesto di grande attenzione, sorveglierà tutte le attività dedite a favorire lo sviluppo del Mezzogiorno", ha spiegato. "Ancora oggi non riusciamo a utilizzare tutti i fondi europei, utilizzarli sarebbe già un primo passo. Sicuramente non ci sottrarremo agli investimenti sulle infrastrutture".
Nel discorso programmatico del premier, rispunta anche un riferimento al reddito di cittadinanza, che ieri sembrava essere stato "dimenticato": "Tengo a precisare che non sarà concepito come una misura assistenziale", ha assicurato, "Abbiamo concepito questo intervento per l'inserimento lavorativo. Vedete che già nel contratto il reddito di cittadinanza è articolato in più di una fase. Prima potenzieremo i centri d'impiego". E rispunta pure la scuola: "Noi non vogliamo stravolgere la legge sulla Buona Scuola", assicuta, "Abbiamo parlato con i vari stakeholder, insegnanti e dirigenti scolastici. Ci sono delle criticità su cui intendiamo intervenire".
Non mancano le risposte a chi accusa l'esecutivo di essere troppo giustizialista: "Da giurista credo sia improprio rappresentare il mondo del diritto e prospettare le misure nel mondo della giustizia secondo una rappresentazione manichea. E ci si ritrova spesso con gli stessi partiti politici ad essere accusati di giustizialismo o garantismo".
Tensione in Aula quando Conte ha accennato al tema del conflitto di interessi. "È una vexata quaestio", dice, scatenando le ire di alcuni deputati. "ueste interruzioni dimostrano che ciascuno ha il piccolo conflitto d'interesse da risolvere", replica quindi il premier. I partiti dell'opposizione protestano. Ed è soprattutto il Pd ad attaccare. Per sedare la bagarre deve intervenire il presidente Fico.
"Non sto accusando nessuno", dice ancora Conte, "Il conflitto d'interesse è negli interstizi della società a qualsiasi livello, anche a livello delle amministrazioni di condominio. Cercheremo di introdurre una disciplina più rigorosa a tutti i livelli".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.