"Contro il terrorismo diciamo sì ai matrimoni gay come negli Usa"

È il ragionamento espresso dalla deputata renziana Lia Quartapelle, membro della Commissione Esteri

"Contro il terrorismo diciamo sì ai matrimoni gay come negli Usa"

“Sono negli Stati Uniti per un programma di visite organizzate dal Dipartimento di Stato. La giornata di venerdì, con i tanti, troppi morti, il dolore e la paura, vista da qui è stata un'altra giornata. Perché la notizia negli Stati Uniti è stata invece la sentenza della Corte Suprema sui matrimoni gay legali in tutti gli stati”. A scrivere è Lia Quartapelle, deputata del Pd e membro della commissione Esteri che nelle intenzioni di Renzi avrebbe dovuto prendere il posto di Federica Mogherini alla Farnesina ma Napolitano le preferì Paolo Gentiloni.

L’enfant prodige della politica estera renziana, nel suo blog sull’Huffringtonpost, racconta il suo stupore per il fatto che nessuna tv americana ieri si sia soffermata sugli attentati che hanno colpito la Tunisia, la Francia, La Somalia e il Kuwait. “Sono rimasta molto colpita, perché vedevo la conferma di quella distanza sperimentata da noi europei durante la marcia di Parigi dopo l'attentato di gennaio dove non erano presenti americani. Quella che noi percepiamo come distanza qui viene in ogni colloquio sottolineata come una richiesta pressante affinché l'Europa diventi leader positivo nel Mediterraneo”, spiega la Quartapelle che poi si lancia in un quanto mai scivoloso confronto tra Europa e Stati Uniti.

“La sentenza di venerdì – spiega la deputata dem - è ancora più simbolica in questa giornata, anche per l'Europa e per tutto il mondo libero anche perché è un passo in avanti verso una società più aperta, inclusiva, capace di dare spazio alle differenze. Proprio quella società che i fanatici assassini di oggi vogliono spaventare”.

Concedere i matrimoni omosessuali anche in Europa, secondo il ragionamento della Quartapelle, è un modo per combattere il terrorismo islamico perché “solo dall'unione delle democrazie, dall'estensione dei diritti, che può scaturire la forza per contrastare il terrore, e per difendere i diritti di tutti, da Washington a Tunisi, a Kuwait City”.

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