Così l'ammiraglio voleva tenersi la Marina

Le trame di De Giorgi per posticipare il cambio e restare al potere altri due anni

Così l'ammiraglio voleva tenersi la Marina

Roma - C'è anche la corsa ai vertici delle Forze Armate nelle carte dell'inchiesta di Potenza sul petrolio. E di fronte agli affari, talvolta anche la carriera (militare) entro certi limiti può essere messa da parte. Mentre la procura di Roma apre un fascicolo sul «presunto» dossier contro il ministro Graziano Delrio, di cui parla nelle intercettazioni Valter Pastena con il fidanzato dell'ex ministro Guidi, Gianluca Gemelli, dagli atti spuntano altri affari e strategie, tra business e stellette. Ci sono conversazioni su «programmi di sviluppo», finanziati da Ue e Regioni, a cui il «comitato d'affari» sembra puntare, con lo stesso Pastena a fare da regista, caldeggiando anche con Gemelli il business. Che fa capolino anche nelle strategie per la propria successione del Capo di Stato Maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi. Questi il 13 gennaio 2015 parla con Nicola Colicchi della nomina di Valter Girardelli, ammiraglio, a capo di Gabinetto del ministro della Difesa Pinotti. De Giorgi ha «sponsorizzato» quel nome, che diventa ora il principale candidato alla sua successione. Ma sa che potrebbe comportare un pericolo per le sue ambizioni di proroga nell'incarico. L'ammiraglio (indagato per abuso d'ufficio) puntava a un'estensione di due anni per non andare in pensione per raggiunti limiti d'età a giugno 2016. E immaginava che Girardelli non avrebbe voluto aspettare tanto prima di arrivare al vertice della Marina. «Se accettasse l'idea a 65 anni, vorrebbe dire che lui si dovrebbe ancora fare tre anni di gabinetto», spiega De Giorgi all'amico. Ipotizzando una strategia per mettere fuori dai giochi l'altro papabile alla successione, Filippo Maria Foffi. «Mettiamo che - spiega De Giorgi - lui (Girardelli, ndr) riesca a farmi dare un'extension di 4-5 mesi, per togliere di mezzo Foffi che è più giovane di me di tre/quattro mesi (...) i rischi sono azzerati per la successione, sarebbe l'ammiraglio più anziano e poi avrebbe due anni davanti».

Insomma, anche se Girardelli è «uno dei suoi» (come osserva Colicchi), De Giorgi sembra avere tutto da perdere da quella nomina. «Lui - spiega - punterà a non farmi fare 65 anni, cioè a non far passare quella variante», anche perché De Giorgi immagina che Girardelli possa aspirare a fare il Capo di Stato Maggiore della Difesa, ma con poche chances perché «il prossimo giro è dell'Aeronautica». Quello di De Giorgi non è un harakiri, anche se Colicchi lo elogia: «Quando si privilegia quello che è giusto fare si finisce col rimanere in parte fregati». L'ammiraglio spiega di avere avuto i suoi motivi. Non solo per garantirsi «una sponda importante, come suggerisce Colicchi, ma soprattutto per evitare che al gabinetto della Pinotti andasse Maurizio Lodovisi, generale dell'Aeronautica, che avrebbe potuto influenzare il ministro su un tema caro all'ammiraglio, quello del Libro bianco, collegato alla legge navale e ai 5,4 miliardi di stanziamenti per la Marina.

De Giorgi a tal proposito accenna pure al ministro della Giustizia Andrea Orlando, spiegando a Colicchi che il Guardasigilli «è stato gentile», che «l'ha fatto chiamare per fargli dire che avrebbero provato a mettere quella cosa nel milleproroghe». Quanto a Girardelli, De Giorgi si consola pensando ai progetti di business della cricca a cui accennava Pastena: «Credo che, per esempio, per i programmi di sviluppo, avere Giradelli dovrebbe aiutarci».

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