"Così in Vaticano temono che Salvini sbanchi alle europee"

Il Vaticano ragiona su come affrontare gli esiti delle elezioni europee. Il primo punto all'ordine del giorno sarebbe "tamponare" l'avanzata di Salvini. E si torna a parlare di "partito dei cattolici"

"Così in Vaticano temono che Salvini sbanchi alle europee"

Il Vaticano ​non sarebbe troppo contento di assistere a un'avanzata senza freni dell'inquilino del Viminale. Questa, in poche parole, è la voce che sta circolando in queste ore rispetto alla relazione, magari un po' idealistica, che la Santa Sede ha con le "cose" della politica.

È noto come dalle parti di piazza San Pietro più di qualcuno non sia soddisfatto della linea portata avanti su alcuni punti dal leader del Carroccio. Non si contano i vescovi che in questi mesi hanno criticato la "chiusura dei porti". Per quanto lo stesso Matteo Salvini sia ormai divenuto un punto di riferimento per molti cattolici. Il massimo comun divisore - anche questo si sa - è la distanza tra le parti sulla gestione dei fenomeni migratori.

Ora, poi, è comparso pure un altro tema distanziante: la cosiddetta "riapertura delle case chiuse", che potrebbe passare dalla proposta di legge di un senatore leghista, Gianfranco Rufa. Le gerarchie ecclesiastiche, come tutti gli attori in campo, sono soliti leggere i sondaggi. Sanno, quindi, che le elezioni parlamentari europee di fine maggio potrebbero legittimare ancor di più - grazie al voto popolare - l'azione della Lega.

A non avere troppi dubbi è Dagospia, su cui si può leggere di gestione del "probabile trionfo salviniano di fine maggio" e di previsione dello "scenario futuro". Da parte del Vaticano, beninteso. C'era quel progetto di un "partito dei cattolici", centrato sull'appello ai "liberi e forti" di Don Sturzo, aperturista sui migranti e promotore della dottrina sociale della Chiesa cattolica. Tra i leader possibiili erano stati individuati Enrico Letta e Romano Prodi, ma la vittoria delle primarie da parte di Nicola Zingaretti potrebbe far rientrare quel piano di lavoro e quegli esponenti nei ranghi del Partito Democratico. Quindi, seguendo quella che rimane un retroscena, gli alti ecclesiastici avrebbero iniziato a lavorare a un piano b, che si potrebbe coniugare in un allineamento con una nuova versione del centrosinistra.

Tutto questo partendo sempre da un presupposto dietrologico: il Vaticano vorrebbe la ricostituzione di un fronte cattolico che, quasi in via naturale, si collocherebbe dalle parti dell'opposione. Ma chi è che tra le alte gerarchie ecclesiastiche starebbe mettendo in piedi una vera a propria strategia? Tornando a leggere sul portale diretto da Roberto D'Agostino, si apprende come il segretario di Stato Parolin sia, almeno per ora, impossibilitato: c'è il fronte della Cina, ma c'è pure quello del Venezuela. Ecco allora spuntare il nome di monsignor Parra, che è stato incaricato da papa Francesco come sostituto della segreteria di Stato durante la scorsa estate. A quella nomina seguirono pure delle polemiche relative a un dossier.

Comunque sia: la parola d'ordine

potrebbe essere "tamponare" e il destinatario di questo "tamponamento", inteso come un tentativo di porre un freno a un trionfo che qualcuno annuncia come assoluto, sarebbe l'avanzata politico - elettorale di Matteo Salvini.

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