
Non solo sul campo ma anche nei toni. Ogni giorno che passa il conflitto in Ucraina diventa sempre più duro, tra attacchi, reazioni e provocazioni sparse. Altro che fine della guerra a un passo. Sul campo la Russia avanza ma lentamente e non in maniera omogenea. Di contro, l'Ucraina reagisce e colpisce le infrastrutture energetiche per bloccare i rifornimenti al fronte. In tutto ciò, le provocazioni di Mosca sul fianco Est dell'Alleanza causano la reazione inevitabile dell'Occidente con il Cremlino che va anche oltre. "La Nato è di fatto coinvolta nel conflitto contro di noi", ha detto il portavoce di Putin Dmitri Peskov, allontanando ulteriormente un dialogo che fino a poche settimane fa sembrava a portata di mano.
Peskov non parla a caso e non lo fa per iniziativa personale. Il tentativo di intimidazione russo di sconfinare a Est non è riuscito, perché l'alleanza ha risposto subito e quasi unitariamente. Così, non resta che alzare il livello della minaccia. E allora, oltre a Peskov, ecco che il Cremlino schiera i pezzi da 90 della propaganda, quelli sempre pronti a spararla grossa e a fare confusione. "L'attuazione della provocatoria idea dei pazzi di Kiev e di altri sulla creazione di una zona d'interdizione al volo sull'Ucraina e la possibilità per i Paesi Nato di abbattere i nostri droni significherà solo una cosa: la guerra della Nato contro la Russia", ha detto Dmitry Medvedev, ex presidente russo e braccio destro di Putin. Lo stesso che a un giorno sì e l'altro pure evoca il rischio escalation nucleare. Non può mancare all'appello di minacce e propaganda la solita portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova che rilancia la narrazione dell'Occidente cattivo schierato contro la Russia buona. "Tutto questo viene fatto perché la situazione nell'Europa occidentale è catastrofica dal punto di vista economico, dal punto di vista dell'intera avventura che hanno iniziato intorno all'Ucraina. È necessario in qualche modo continuare a diffondere questa russofobia e bielorussofobia", ha detto, per poi piazzare il colpo da maestra quando attacca la Nato per aver inventato una minaccia sul fianco Est. "Simulano una sorta di pseudo-aggressione dall'Est, stanno cercando di intimidire la propria popolazione per radunare ancora più persone intorno agli aiuti al regime di Kiev, per sprofondare ancora di più in un abisso assoluto, in un vicolo cieco della macchinazione da loro stessi ideata. È solo una provocazione, l'ennesima", ha concluso la sguaiata portavoce, proprio nei giorni in cui proseguono le esercitazioni belliche congiunte tra Russia e Bielorussia a cui, secondo indiscrezioni, avrebbero parzialmente assistito anche funzionari Usa.
Peskov ha anche confermato l'ovvio, ovvero che "c'è una pausa evidente nei negoziati", ribadendo che ogni incontro al momento sarebbe inutile. Più che inutile, impossibile per il presidente Usa Donald Trump che continua a cercare con estrema difficoltà, pur nella sua ambiguità, una soluzione al conflitto. "L'odio tra Zelensky e Putin è insondabile, penso che dovrò parlare io... Si odiano così tanto che quasi non riescono a parlare", ha detto, tornando a ipotizzare di prendere il controllo del negoziato. Trump ha anche detto nuovamente che le sanzioni europee alla Russia non sono dure abbastanza, ribadendo che "l'Europa sta comprando petrolio dalla Russia. Non voglio che comprino petrolio. Io sono disposto a imporre sanzioni, ma dovranno inasprirle in modo proporzionale a quello che io sto facendo", tornando a proporre di acquistare greggio dagli Usa. "È qualcosa che stiamo già portando avanti attivamente da diversi anni con una roadmap molto chiara. Ora c'è persino una proposta legislativa chiara", ha replicato la portavoce capo della Commissione europea Paula Pinho, mentre sembra in salita la strada proposta dallo stesso Trump di applicare alti dazi alla Cina.
Nel frattempo, al di là della narrazione russa, il clima resta teso sul fianco Est. "Nei Paesi di confine orientali, abbiamo bisogno di strumenti che rafforzino maggiormente le azioni contro i droni", ha detto la ministra dell'Interno finlandese Mari Rantanen. "Non si tratta solo di guerra, ma anche di influenza ibrida. Stanno usando l'intelligence, il sabotaggio, le violazioni territoriali, il contrabbando e altre azioni illegali", ha aggiunto. Droni decisivi per il conflitto anche per gli ucraini, che hanno modificato la loro strategia offensiva per indebolire l'apparato bellico russo con blitz oltreconfine contro strutture energetiche. "Pronti i nuovi droni d'attacco con una gittata di 40 chilometri, capaci di superare la guerra elettronica", ha annunciato il ministro per la trasformazione digitale ucraino Mykhailo Fedorov. Nel frattempo la Polonia resta ancora nel mirino.
Ieri sera Donald Tusk, primo ministro di Varsavia ha reso noto su X che "Il Servizio di Protezione dello Stato ha neutralizzato un drone che sorvolava gli edifici governativi (via Parkov) e il Palazzo Belvedere. Due cittadini bielorussi sono stati arrestati".